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venerdì 30 settembre 2011

Clamoroso scoop della Nazione (si fa per dire...)

   Bacchettata dall'eretico, la corazzata del pio Strambi si redime, e porta alla luce lo scandalo dei libri onorifici (chiamiamoli così) che Maurizio Boldrini aveva scelleratamente fatto stampare nel 2006 in onore di Luigi Berlinguer. A pagina III di oggi, il giornale di quella di Bagnaia, dunque, vira improvvisamente sul giornalismo d'inchiesta: meglio tardi che mai, potremmo dire.
E chi poteva apporre la sua prestigiosa firma su cotanto scoop? Nientedimeno che Laura Valdesi: prontissima quindi a recuperare sulla clamorosa gaffe che tanto ha fatto discutere (i due pezzi su di lei - cosa di cui si stupisce l'eretico per primo - sono fra i più cliccati della settimana: non primi, ma nella top five). Onore al merito.

  A fare come sempre i pignolini, però, si potrebbe obiettare che la notizia dei libri proBerlinguer non messi a bilancio, è cosa nota, notissima da tempo; e soprattutto c'è da aggiungere una cosa: l'informatissimo - soprattutto sull'università - blog Fratello illuminato, ne ha dato conto una dozzina di volte, con dovizia di particolari, e con sacrosanta vis polemica. Non parliamo di Giovanni Grasso con il suo Senso della misura, che io non ho mai trovato citato nel giornale di quella di Bagnaia, nonostante avesse previsto - e denunciato -  lo sfacelo dell'ateneo prima di tutti.
Non lo sapeva, la Valdesi, degli altri blogger?
Oppure lo sapeva, e ha fatto - peggio ancora -  finta di niente?
 Delle due, l'una (qui ci stava bene una frase ad effetto in latino, ma non infierisco...).
Con sacrosanto spirito corporativo,  se un blogger dà una notizia, tutti devono (dovrebbero) riprenderla: ma citando il blog di riferimento, ed in modo chiaro. Almeno un pochina di soddisfazione, oltre alle querele!
Siamo proprio all'Abc: ma evidentemente bisogna ripartire dai fondamentali...

Ps Vuoi vedere che, nei prossimi giorni, la Valdesi tirerà fuori lo scandalo degli scopini più cari del mondo, per i cessi univeritari?

Stasera tutti all'incontro sul Monte dei Paschi!!

   Stasera alle ore 21,00, a Palazzo Patrizi, imperdibile appuntamento - organizzato dal gruppo della consigliera Laura Vigni - sulla situazione del Monte dei Paschi (Banca e Fondazione). Imperdibile per vari motivi: tra gli altri, perchè rappresenta un unicum, in questo difficilissimo momento.
 Il Sindaco - l'eretico lo vuole rimarcare - è del tutto assente: non perde cenino in Contrada, presentazione sportiva (ieri era alla Mens sana), partita di calcio e basket. Sul Monte, sulla Fondazione, sull'ospedale, sull'Università? Che c'entra, quelli sono i temi da campagna elettorale: ora ci sollazziamo con ben altro. Semmai, si pensa in grande, a Siena Capitale della Cultura nel 2019...
 Coloro che dovevano essere di pungolo alla maggioranza (Sel ed Idv), brillano anch'essi, ma per la loro assenza: e non vanno neanche alle Sagre di Contrada!

  Stasera, dunque, si parlerà di Banca e di Fondazione; se gli daranno tempo e modo, l'eretico qualche cosina la potrebbe anche dire, magari svelando qualche chicchina di quell'inchiesta devastante per il Sistema Monte (Galaxopoly), così accuratamente censurata dalla stampa montepaschina (a proposito, curioso di vedere il Corrsiena e la Nazione chi mandano, ad ascoltare la serata: l'eretico - quanto alla Nazione - vorrebbe la Valdesi, sempre in vena di scoop).

 Comunque andrà, sarà un successo: sperando che a parlare della Banca etica per antonomasia, non saremo i soliti carbonari di sempre. Quando qualcuno organizza una finestra sui problemi della città, meglio non mancare. Molto meglio.
Magari, poi, si potrebbe organizzare, anche a stretto giro di posta, qualcosa di più ampio e mobilitante, proprio su Banca e Fondazione: l'hanno fatta i dipendenti di Eutelia, una bella manifestazione in Piazza Salimbeni, ricordate?
 L'eretico non vorrebbe proporla (per non essere il solito incendiario), quindi spera che ci sia qualcun altro che si fa avanti...

giovedì 29 settembre 2011

Sienambiente dovrebbe restituire i soldi ai contribuenti: come si fa?

   I genietti di Sienambiente hanno inserito nel loro sito (spacciandola come a loro favorevole!) una fondamentale sentenza della Corte Costituzionale (la 238 del 24 luglio 2009); senza però accorgersi ( o accorgendosi sin troppo bene...) che quella sentenza non è così favorevole a loro: anzi, pare proprio il contrario...

 Il rompicoglioni della Val d'Elsa, l'ormai celebre geometra delle cause vinte Massimo Grisanti, infatti, proprio da quella sentenza aveva preso le mosse per il suo ricorso alla Commissione tributaria provinciale, che gli ha dato pienamente ragione, condannando Sienambiente alle spese di giudizio.
 L'eretico, ieri, con il suo legale Luigi De Mossi, ci ha perso un pochino del suo preziosissimo tempo, ma ne valeva la pena. La sentenza è lunga e pallosa, diciamolo subito, come tutte le sentenze: il cittadino medio non ha certo voglia di perderci tempo, avendo altro da fare (per questo la si inserisce nel sito?).
Il passaggio illuminante è questo:
 "Tale norma, ragionevolmente interpretata, ha il solo effetto di ribadire la NON assoggettabilità ad Iva"; la Tarsu-Tia, in buona sostanza, NON SI RIVELA ESSERE UN SERVIZIO, QUANTO UNA TASSA: per questo motivo, non assoggettabile ad imposta sul valore aggiunto (Iva).  Si tenga presente che l'Iva rappresenta il 10% della bolletta sulla monnezza, non bruscolini.
 Così ha sentenziato la Corte Costiotuzionale, così ha ribadito la Commissione tributaria provinciale.
Diciamo che ne riparleremo. A breve. I lettori vadano a ricercare le bollette, per intanto...

Premio Frajese: perchè non a Valter Lavitola?

    Prima di entrare in medias res, all'eretico preme sottolineare che oggi molti blogger manifestano a Roma contro la Legge limita-intercettazioni: ovviamente, massima solidarietà! Da blogger a blogger. Con l'ottimismo della volontà, ed il pessimismo della ragione: i berluscones saranno compatti, e non credo proprio che - al di là della facciata - uno come Bersani (o uno come D'Alema) voglia fare le barricate a favore delle intercettazioni: ricordiamoci di quello che è emerso, e di ciò che sta emergendo, a carico del Pd, all over Italy (ma" tre casi non fanno assolutamente una questione morale", ha sentenziato ieri la volpe del Tavoliere, alias Massimo D'Alema).

  Ciò detto, il Premio Frajese: l'ho già definito - ne Le mani sulla città - il Premio della Casta di Siena, in barba alla memoria del povero Paolo Frajese. A noi piace ricordarlo per altro, piuttosto che per il Premio in sua memoria (fra i premiati, Veltroni, Letta Gianni, Bruno Vespa: il fior fiore del giornalismo indipendente ed autonomo dalla politica...). Quest'anno, i premiati saranno validi giornalisti, fra cui Giovanni Minoli (meglio come divulgatore che come giornalista), il direttore della Stampa Mario Calabresi (solita captatio benevolentiae verso il prestigiosissimo quotidiano torinese, non a caso abbinato da qualche settimana all'house organ del Monte dei Paschi...), il senese Carlo Marroni e l'inviata del Corriere della sera Elisabetta Rosaspina. Con le varie differenze, tutte scelte degne.

 Quest'anno, però, poteva essere l'anno del colpo grosso: perchè non dare l'ambito Premio a Valterino Lavitola? Fino alla recente radiazione dall'albo (che prima non aveva sospettato alcunchè), giornalista a tutti gli effetti e con tutti i crismi, nonchè direttore del quotidiano "socialista" L'Avanti!; cresciuto all'ombra del socialismo craxiano, massone dichiarato (in sonno, ma sempre pronto a svegliarsi, no?): i requisiti per piacere al factotum del Premio Stefano Bisi, ricorrevano tutti. E la vicinanza con Silvione, non poteva certo imbarazzare chi aveva incredibilmente premiato come giornalista (!!) Letta Gianni, eminenza grigia del berlusconismo. In più, il nome è quasi identitico a quello di Veltroni: un segno del Destino.
Ci avrà pensato, Stefanino, prima che gli eventi facessero precipitare inopinatamente il tutto, prima che il direttore de L'Avanti! finisse latitante a Panama?
Beh, se torna e chiarisce tutto, noi l'aspettiamo per l'anno prossimo...

Ps A proposito del Bisi, l'eretico si aspetta una battaglia alla morte sulla Legge contro le intercettazioni (che non sarebbero più pubblicabili, se non dopo l'appello: quando a nessuno importerebbe più niente...). I maligni dicono che non ne farà di niente visti i guai giudiziari del suo amico Mussari Giuseppe (e di altri): noi, invece, gli vogliamo dare un'apertura. Stefanino, non deluderci!

mercoledì 28 settembre 2011

Sienambiente: la tassa è giusta? Per la Commissione tributaria della Provincia, no!

  Questo fine settembre non porta pioggia, ma tanti scoop ereticali: oggi due in un singolo giorno (non abituatevi troppo bene: questo ritmo non si può mantenere...)!

  A questo giro,  parliamo di Sienambiente, la gloriosa società che tutti conoscono (a capitale pubblico e privato, partecipata dai Comuni della Provincia, dalla Provincia stessa, dalla Sta Spa nonchè - poteva mancare? - da Mps Investiments): quelli che vengono a raccattare la spazzatura, tanto per capirci. E che giustamente si fanno pagare.
 Da tempo, è in corso una querelle sul fatto se si debba pagare, in bolletta, anche l'Iva.
Sul sito della Società, si fanno forza di una serie di pronunciamenti - a loro dire - favorevoli al pagamento dell'Iva sulla bolletta della raccolta della monnezza. Siccome l'eretico è pignolo, le cita tutte: sentenza della Corte Costituzionale numero 238 del 24 luglio 2009 (che però è citata anche da chi ha fatto ricorso, il quale la interpreta in senso diametralmente opposto, come se l'Iva NON fosse assolutamente dovuta), più una circolare del Dipartimento delle Finanze del novembre 2010, più una Commissione tributaria regionale. Tutti concorderebbero sulla legittimità del pagamento dell'Iva. Allora, di che si sta parlando?

 Beh, del fatto che un cittadino più pignolo perfino dell'eretico (il geometra Massimo Grisanti, poggibonsese verace ed incazzoso), un giorno di febbraio (il 23 dell'anno in corso), ha preso - fumino com'è - la bolletta, e ha presentato un ricorso alla Commissione Tributaria provinciale di Siena. La quale, in data 17 maggio, si è riunita (alle ore 16, tanto appunto per pignoleria).
 Clamorosamente, dando piena ragione al geometra rompicoglioni: l'Iva NON va assolutamente pagata sulla bolletta Tarsu (ora Tia). Sienambiente, tanto per capire la portata della sentenza, deve pagare anche 100 euro di "spese di giudizio" (ce la farà?): la spesa è quasi risibile, ma ciò che la Commissione provinciale ha messo nero su bianco, potrebbe aprire scenari devastanti, per la partecipata senese.
 Presidente della Commissione, Biagio Lo Monaco, Giudici Roberto Bini e Roberta Batelli. L'avvocato di Sienambiente era Emanuela Comodo. Il 20 settembre il tutto è stato depositato, e ieri recapitato al rompicoglioni poggibonsese, che si è subito messo in contatto con l'eretico, non fidandosi punto di andare dai giornali (chissà perchè...).

 Adesso che succede? La matassa è ingarbugliata parecchio, non c'è dubbio. Altro lavoro per gli avvocati, si presume.
L'unica cosa certa, è questa: Sienambiente deve dire qualcosa, al proposito. Non può non prendere posizione. Avrà ragione lei: però Lo Monaco, Batelli e Bini hanno sentenziato "In nome del popolo italiano". Il quale popolo, quantomeno, ha il diritto-dovere di essere informato...

Ps L'eretico si scusa con i tanti che lo contattano proponendo articoli: come vedete, non tutti possono essere accontentati (anche perchè non tutti sono documentati come il Grisanti). Ad alcuni raccomando solo sana pazienza; ad altri, purtroppo, dico che non tutto ciò che in buona fede viene proposto, si può pubblicare, per svariati motivi. Cercate di capire...

I cittadini pagano l'avvocato agli inquisiti della Provincia!!

   Alla arroganza e sfacciataggine della Casta di Siena non c'è davvero limite!
 L'eretico oggi vuole informare i cittadini della comunità senese che un nuovo balzello si sta prefigurando (questo non è colpa nè di Silvione, nè del commercialista di Sondrio): la tassa su Cinghialopoli. Questo blog ha parlato a lungo, nei mesi scorsi, della sconcertante vicenda delle battute al cinghiale (e non solo), secondo la Procura di Siena del tutto fuori legge: cosa gravissima, fra i partecipanti c'era personale della Provincia, segnatamente della Polizia provinciale. I vertici della Polizia provinciale.
La assoluta novità è non solo che la Provincia NON si costituisce Parte civile, ma che paga le parcellone avvocatesche degli inquisiti: come detto nel titolo, i cittadini pagano la difesa dei cacciatori fuorilegge (secondo l'accusa) della Provincia. E zitti!!

  Verbale di deliberazione della Giunta provinciale numero 237, datato 17 agosto 2011 (riunione balneare?); presenti il Presidente Bezzini e gli assessori Berni, Dionori, Pellegrini, Saletti e Scarpelli. Partecipa alla seduta il vice segretario generale Dott. Simona Migliorini.
Per pararsi il sederino, i 7 benefattori (con i soldi pubblici) dei cinghialai provinciali, al punto 2 della delibera stabiliscono "di accogliere le richieste come sopra avanzate (vale a dire, la Provincia paga la difesa, Ndr) riservandosi comunque, a fronte di una eventuale futura qualificazione dell'Ente come parte offesa, di effettuare una verifica definitiva in ordine alla concessione del patrocinio legale". Per chi non sia addentro al burocratichese, il Bezzini dice: la Provincia paga( e tanto), poi se un giorno si dichiarerà parte civile (e ci scapperebbe da ridere, a questo punto), se ne ridiscute.
 Ma è chiaro che la scelta di campo è stata fatta: la Provincia, verosimilmente, non si costituirà mai parte civile, e i cittadini pagheranno le spese legali delle braccate di coloro che avrebbero dovuto vigilare (sic) sugli altri cacciatori.
  Punto 4 della delibera del 17 agosto:
 "di dichiarare, stante l'urgenza, la presente deliberazione IMMEDIATAMENTE ESEGUIBILE, ai sensi e per gli effetti dell'articolo 134, comma IV, Decreto legislativo 267/2000".
Il Presidente della Provincia cosa intende con l'espressione "stante l'urgenza"?
E se le Province dovessero essere abolite a processo in corso? Addio braccate? E soprattutto: vogliamo comunicare all'incirca quanto costerà questo patrocinio alla collettività?
Raffaele Ascheri

martedì 27 settembre 2011

La "Cosa" di Piazza del Duomo...

   Solo un suggerimento, prima della buonanotte: se passate da Piazza del Duomo (per Franchino il Ceccuzzi: dove si porta il cencio, quello d'agosto!), fermatevi per un attimo davanti all'ingresso della Santissima Annunziata. Ne vale la pena, credetemi: c'è un coso (uno scatolone? Una casetta senza fondamenta?) che fa bella mostra di sè, stagliandosi tra la Cattedrale ed il Santa Maria della Scala.
 Voglio sperare che sia un qualcosa in fieri, che sia quindi da completare, che sia solo l'inizio di un qualcosa d'altro: se così non fosse, sarebbe davvero grave.
 Che tristezza: la Chiesa dei Servi infestata dalle erbe (campanile compreso, così si vede meglio, anche dal Casato), il camminamento fuori Porta San Marco - attracco per centinaia di turisti ogni giorno, biglietto da visita della città da ovest -  a tratti impraticabile per le piante non tagliate (l'eretico lo sa bene, passandoci più volte al giorno), e non si continua solo per carità di patria e per non annoiare troppo.
Erano queste le carezze, era questa la rivoluzione morbida promessa dal contradaiolone di Salicotto prestato alla politica? Che pena, che tristezza: non so se sono più incazzato con lui (qualche volta fa quasi tenerezza), o con chi l'ha votato (poche le alternative? C'è la scheda bianca, c'è l'annullamento della scheda, c'è il non voto...).
Quanto alla "Cosa" di Piazza del Duomo (ognuno la chiami come vuole), in effetti un metodo ci sarebbe.
 I lettori più avveduti  - vista la location -avranno già capito: fuochino, fuochino... 

Fabio Pisillo Capitano della Lupa: Beppino sponsor?

   L'eretico è sempre ben attento a non mettere il becco nelle faccende interne delle Contrade, quando però lo fa - ed in modo sfacciato - un altro organo di informazione, ritiene di potere comunque dire la sua: specie se il prescelto è persona vicinissima al cuore del potere senese.
Sul Corrsiena di oggi (pagina 5, a firma di tale Benedetto Calloni, probabile nom de plume), improvvisamente si apre un panegirico a tratti imbarazzante a favore dell'avvocato Fabio Pisillo. Stasera ci sarà l'assemblea da cui scaturirà la Commissione, ma per Benedetto Calloni (sic) la strada è già indirizzata: "uno su tutti, forse il nome più prestigioso di tutti, è quello di Fabio Pisillo, noto avvocato in città...quello di Pisillo sembra davvero avere preso corpo in contrada, soprattutto per il prestigio che questo nome porta". Papale papale. Senza se, e senza ma. Gli altri potenziali candidati, evidentemente, sono dei pezzenti: ammesso e non concesso che qualcuno osi presentare la sua mediocre persona, da opporre al principe del foro senese.
Che si occupi di bestie a quattro zampe, nessun dubbio: il Pisillo infatti è aduso cavalcare con i Vip della Siena vincente (Mussari Giuseppe in primo luogo: chi c'è più vincente di Lui?).
A proposito di Beppino, Pisillo - oltre ad esserne uno degli avvocati - è stato il suo testimone di nozze (insieme a Franchino il Ceccuzzi: come sempre, tutto si tiene...). Nel prestigioso studio pisilliano (o pisillesco?) situato nel cuore del Casato, transitano carte che scottano, in primis sulla Banca Mps.
Per dirne una di personale, il prossimo 21 ottobre l'avvocato dell'eretico Luigi De Mossi incrocierà i guantoni proprio contro il futuro Capitano della Lupa, che difende Ceccuzzi e Mussari (incazzati neri per quello che l'eretico ha scritto ne Le mani sulla città). Loro hanno fatto causa insieme, per risparmiare denaro, vista l'esiguità delle rispettive entrate. Così, tanto per dare una mezza idea delle relazioni del personaggio.

L'ho detto, ridetto e scritto tante volte, ma non ho certo intenzione di smettere adesso: non è la Brambilla la nemica che il Palio deve temere di più (tra l'altro il suo futuro politico mi pare assai declinante), quanto la commistione fra la Festa e la politica (non a caso, con la "p" minuscola).
Per evitare che il Palio - sacro per tutti, a parole -, per qualcuno lo sia anche di più...

lunedì 26 settembre 2011

Un viaggio nell'Italia del 2011: l'Aquila (II)

     Appena uscito dall'albergo, quella mattina, dopo la colazione fatta insieme a questi anziani ormai eradicati dalle loro case, mi sono diretto verso la macchina, a circa centocinquanta metri  di discesa dall'albergo. Era parcheggiata in un posto che conduceva dritto dritto verso la Basilica di Santa Maria di Collemaggio (quella della famosa festa della Perdonanza, nonchè della tomba di Celestino V, il Pontefice del "gran rifiuto" di dantesca memoria); la sera prima, l'avevo lasciata poco lontana, e avevo chiesto ad un passante se lì fosse in divieto di sosta:
"A l'Aquila, ormai si può parcheggiare dove si vuole, specie se uno è un turista", mi aveva detto, sconsolato. In effetti, prendere una multa a l'Aquila - luogo simbolo dello scempio di legalità che è diventata l'Italia - sarebbe davvero beffardo...
  Quella mattina piena di sole, dunque: vicino alle macchine, c'erano delle palazzine, transennate. Case ad un tiro di schioppo dal pieno centro storico, devastate dal terremoto. Passando da un pertugio,mi sono spinto giusto fino all'ingresso, non osando oltre: le scale non erano neanche state pulite, tutto era come quel maledetto 6 aprile di due anni prima. Su un terrazzino, ancora un arrugginito tendipanni, in mezzo a detriti e polvere. Dal fondo di una strada adiacente, ecco arrivare un signore: sulla sessantacinquina, robusto, in tuta, madido di sudore. Iniziamo a parlare:
"Vivevo proprio laggiù - mi indica con la mano destra -, a pochi metri da qui. Ero in camera da letto, con mia moglie. Ci crollò il tetto addosso. Mia figlia morì, nell'altra stanza. L'altra, con i bambini, fortunatamente non era venuta, anche se aveva detto che sarebbe venuta. Io rimasi immobilizzato, senza la possibilità di muovermi; accanto a me, mia moglie: per me, era morta, invece era senza sensi, ma viva. Ci hanno soccorso dopo 7 ore!".
 Quest'uomo è un ex calciatore professionista: Paolo Rossi, si chiama. Non il bomber del Mundial del 1982, bensì un onesto centravanti d'antan, poi riciclatosi, per motivi d'età, a giocare in difesa, a fare il libero vecchia maniera. Serie B e C, per lui, su e giù per l'Italia: poi l'approdo aquilano, dal suo Veneto, per motivi sentimentali. La sua partita, oggi, è il camminare sempre di più, e sempre meglio:
"Vedi che cosce! Sto riacquistando il tono che avevo prima: continuavo a giocare, io, prima di questo terremoto!".
 Capisco che ha tanta voglia di parlare, ma anche di ripartire, vista l'interruzione. Difficile dire quale delle due prevalga. Forse è meglio lasciarlo andare.
"Qui mi conoscono tutti: sono Paolo Rossi il calciatore!", dice congedandosi, e riprendendo la sua sgropponata. Verso il centro, in salita, quindi: in tutti i sensi, è davvero il caso di dire.

 Nella città che non rinascerà mai (sono gli aquilani i primi a saperlo), il 20 settembre è iniziato il Processo ai sette componenti della Commissioni Grandi Rischi (organismo di consultazione della Presidenza del Consiglio dei Ministri). Le accuse sono tremende: omicidio colposo, lesioni personali colpose e cooperazione nel delitto colposo per avere rassicurato la popolazione. Il 31 marzo - una settimana prima del sisma - i "magnifici" sette rassicurarono la popolazione in comprensibile apprensione per lo sciame sismico che durava da dicembre (!). Bernardo De Bernardis, vicecapo del settore tecnico del Dipartimento di Protezione civile (oggi sotto processo), ebbe a dire:
"Tornate nelle vostre case tranquilli, vi consiglio una buona bottiglia di Brunello!".
In Aula, erano presenti anche molti giornalisti giapponesi. Nessuno dei sette imputati (tantomeno quelli dell'inchiesta della Protezione civile, fra cui Bertolaso) in questi due anni e mezzo dall'evento, si è ammazzato; in Giappone, probabilmente non sarebbe successo...

domenica 25 settembre 2011

Beppino Mussari lancia la campagna demografica d'autunno...

   Mussari Giuseppe, dopo una fase di appannamento, ha improvvisamente ritrovato presenza e favella. Si prenda venerdì, ieri l'altro: in mattinata, era a Firenze al PalaBassilichi (toh...), a discettare dei massimi sistemi ed a lanciare la sua campagna demografica d'autunno; nel pomeriggio, la stampa allineata ha enfatizzato la sua presenza in zona Castelnuovo Berardenga, a discettare di fotovoltaico ed ambientalismo (sic); alle 19, sul far della sera, non poteva mancare al rinfresco ocaiolo (sebbene sia di simpatia torraiola, forse instradato dal Sindaco Franchino il Ceccuzzi, reduce da memorabili cazzottate con gli ocaioli negli anni Ottanta). L'eretico non sa aggiornare i suoi lettori su cosa Beppino abbia fatto in seguito, e si scusa per l'incompletezza dell'informazione.
  L'appuntamento clou, comunque, era quello della mattinata, anche perchè lì era nella veste che ormai più gli si addice, cioè quella di Presidente dell'Abi. Un ruolo istituzionale, di pungolo al Sistema Italia. Roba grossa, altro che quei contadini rivestiti di Castelnuovo Berardenga...
Firenze, dunque. Insieme alla Marcegaglia ormai pasdaran anti-Berlusconi (dopo averci flirtato spudoratamente per tre anni buoni, però), la quale rappresenta la prova vivente che neanche il denaro può servire, quando i capelli non ne vogliono sapere di stare per il verso giusto; insieme al Presidente Enrico Rossi (dalla cui fidanzata, dottoressa Benedetto, l'eretico aspetta ancora le risposte, come i lettori attenti ben sanno) ed al Vescovo di Firenze Betori (umbro come l'amico Buoncristiani, quindi Beppino si sarà trovato bene), nonchè con la Demi Moore degli industriali toscani, Antonella Mansi, sfoderante un irresistibile tacco 12, Beppino è andato a nozze: questa - lo ripetiamo, e non ci stancheremo mai di farlo - è la gente con cui merita di stare. I bifolchi di paese ringrazino, se qualche volta si degna di passare un paio d'ore anche con loro.
  La Repubblica di ieri (pagina II della cronaca fiorentina) riporta una sua dichiarazione quantomai importante:
"L'Italia cresce poco e a volte cresce male...ma come può crescere un paese che ha così poca fiducia in sè da non far venire al mondo nuovi italiani?".  La giornalista Ilaria Ciuti chiosa con il suo pensiero:
 "Non fare figli è il desolante segno di una sfiducia paralizzante".
Bisogna lanciare una campagna d'autunno per ripopolare l'Italia di italiani veri, con Dna italiota al 100%: era dai tempi del mascellone, che non si sentiva tuonare così forte a favore della ripresa demografica. Il Vescovo - quello di Siena - gli dovrebbe andare dietro, assecondarlo: dall'asse Mussolini-Pio XI, a quello Mussari-Buoncristiani, dunque.
L'eretico, ovviamente, è d'accordo con Beppino: e come potrebbe non esserlo, davanti a cotanti giganti del pensiero? Però, sommessamente, si chiede: ma quanti "nuovi italiani" ha messo al mondo, il President, nei suoi 49 anni di vita? Che risulti agli atti, nessuno (come Franchino il Ceccuzzi, come Gabriellone, come il Vescovo...).
 Come al solito, si predica bene, ma come si razzola? "Armiamoci e partite!".
 Giusto come il grande nume tutelare di Beppino in questo biennio: quel Giulietto Tremonti (commercialista di Sondrio, scambiato per il neo-Keynes) che predicava trasparenza, e poi pagava (a suo dire, peraltro) l'affitto in contanti...

Topica clamorosa della Nazione: e senza alcuna rettifica!

 L'eretico se l'aspettava, ed ancora una volta aveva ragione: La Nazione ha scritto ieri una topica colossale, e NON ha avuto neanche l'onestà intellettuale di dirlo ai propri lettori. Complimenti per il rispetto di quelli che hanno ancora voglia di spendere il proprio denaro per cotanto quotidiano...
Di solito, la Nazione fa cascare le braccia per ciò che NON scrive (mai toccare nessuno che sia organico alla domina Monti Riffeser o alla Casta locale: mai!); in questa occasione, è andata oltre, facendo cascare le braccia anche per quello che ha scritto. Chapeau, davvero: soprattutto - lo ripeto - per il rispetto dei lettori, che dovrebbe essere alla base del rapporto fiduciario fra chi legge e chi scrive (in questo caso, Laura Valdesi).

   Detto questo, ieri pomeriggio mi è arrivato un commento al mio post sulla clamorosa gaffe della Valdesi: un commento - anonimo - che mi sa tanto provenire dalla "giornalista" punzecchiata. Dico subito che, se così non è, mi scuso immediatamente (per quello che sto per scrivere, non certo per ciò che ho scritto fino ad ora) con la Valdesi. In questo caso, la precisazione è dovuta all'anonimo, e soprattutto ai lettori.
Nel commento (ovviamente pubblicato collegato al post di ieri), mi si rinfaccia di avere scritto "amfitrione" con la M, invece che con la N.
A parte il fatto che il bilanciamento fra i due (eventuali) errori sarebbe impossibile (una lettera di una parola, contro una dimostrazione di scarsa conoscenza della propria città e del Risorgimento in generale), va precisato quanto segue: la parola in oggetto, è tratta dalla celebre commedia di Plauto "Amphitruo" (con la M, quindi); Molière riprese l'opera plautina, intitolandola "Amphitryon" (con la M, quindi); quello che taglia la testa al toro, però, è l'ultima cosa che mi preme sottolineare: vale a dire la pagina 105 del Devoto-Oli del 2010 (in fondo alla prima colonna, per la precisione): leggere per credere. Mi scuso per la pignoleria, ma tanto era dovuto all'anonimo lettore: che avesse i lunghi capelli lisci, o meno...

sabato 24 settembre 2011

Nonostante il Pd e la Meloni, firmiamo per il referendum!

     L'eretico invita tutti i suoi lettori ancora pigri o refrattari, ad andare quanto prima a firmare la proposta referendaria per l'abrogazione del cosiddetto Porcellum, vale a dire per cambiare la attuale, perniciosa Legge elettorale. C'è tempo fino al 30 settembre: l'obiettivo pare essere vicino assai, ma comunque, con le firme, melius abundare quam deficere.
Il cambiamento dovrebbe, almeno in parte, abolire quel vituperio della (pseudo) democrazia, secondo il quale i candidati sono nominati dalle oligarchie dei partiti.
Bisogna andare a firmare, dunque: nonostante il Pd locale (al traino di quello nazionale) si sia accodato in dirittura d'arrivo all'Idv che da tempo si sta spendendo con energia e vigore per la raccolta delle firme (sullo scenario nazionale, spesso l'eretico si trova d'accordo i dipietristi, mentre a livello locale pesa il peccato originale dell'innaturale alleanza con il Pd); e nonostante l'intervento della Meloni - la mamma di Bianca - quella che dirige il Pd provinciale: non facciamo come quello che si tagliò il pistolino, per fare dispetto alla moglie...
 Ha detto la Meloncina - come al solito inguaiandosi senza accorgersene -, che l'attuale legge elettorale:
"ha strappato ai cittadini la possibilità di esprimere la propria preferenza fra i candidati, affidando di fatto l'elezione dei parlamentari alle scelte ed alle graduatorie stabilite dai partiti e privando i territori ed i cittadini della possibilità di scegliere direttamente chi li rappresenta" (Corriere di Siena, 23 settembre).
La mamma di Bianca non si è accorta che, così dicendo, si è data la zappa sui piedi: l'attuale orrenda legge elettorale, infatti, è in vigore proprio dal 2006. Se non erro, l'anno in cui il suo mèntore Franchino il Ceccuzzi - il torraiolo prestato alla politica - entrò in Parlamento la prima volta (poi inopinatamente confermato nel 2008, come la Meloncina di certo ricorderà). Franchino il Ceccuzzi - visto che non tutti i lettori lo sapranno - non ha mai fatto una elezione primaria in vita sua (chissà perchè...), e quando è stato eletto Sindaco, ha preso 1116 voti in meno della coalizione che lo sosteneva (in una città delle dimensioni di Siena, un dato eclatante, ovviamente censurato dai media).

  Andiamo dunque a firmare contro questa legge porcata (nonostante il Pd e la Meloncina): una legge elettorale che, non a caso, ha prodotto statisti del calibro del due volte parlamentare Ceccuzzi...

Clamorosa gaffe della Nazione!

  Va bene che attaccare la Nazione Siena, è come sparare sulla Croce rossa, e quindi bisognerebbe astenersi: quando è troppo, è troppo, però!
Sentite questa: stamattina l'eretico apre il quotidiano (una volta comunque prestigioso), e, a pagina 11, trova un articolo sull'incipiente festa dell'Oca. A firma L.V. (temo Laura Valdesi, salvo smentita), godetevi l'incipit: "Il Portico dei Comuni è tornato indietro di 150 anni", e giù la solita retorica neorisorgimentale (che non fa un buon servizio all'autentico Risorgimento, ma lasciamo perdere).
Bene, c'è un solo problemino, quasi da niente: il cosiddetto Portico dei Comuni sic et simpliciter NON ESISTEVA 150 anni or sono. Fisicamente, c'era, al suo posto, la Chiesa di Sant'Antonio, poi demolita, per fare spazio al suddetto Portico: inaugurato in pompa magna dall'allora Arcivescovo Toccabelli nel 1941 (80 anni precisi dopo il 1861!), per suggellare plasticamente la scelta di Pio XII di proclamare Caterina (con Francesco) Patrona d'Italia (nel 1939, data che non si riesce a far imparare al Vescovo, ma questa è un'altra storia).
  E sia consentito aggiungere un'altra cosina, se è lecito: anche se, per assurdo, il Portico fosse esistito nel 1861 (150 anni or sono, come scritto dal giornale), di certo in quel luogo non si sarebbe festeggiata l'Unità d'Italia, in questi giorni rievocata dagli ocaioli. Fra tutti i luoghi possibili ed immaginabili, una Chiesa o un Portico voluto da un Arcivescovo, sarebbero stati quelli meno indicati per festeggiare tale evento, prodromico alla Breccia di Porta Pia ed alla fine del potere temporale della Chiesa.

 La Valdesi, tra l'altro, in generale non è neanche malaccio, come cronista: l'eretico si augura che sappia rimediare con pronta rettifica, sul giornale in cui scrive. Capita a tutti di sbagliare (raramente, anche all'eretico...): l'importante, poi, è rettificare l'errore, con la dovuta evidenza. Per rispetto dei lettori, in primissimo luogo: non certo per dovere dare ragione a chi scrive. Saremo ben lieti di dargliene atto.
L'autorevolezza di un quotidiano, risiede anche in questo (quindi la rettifica potrebbe tranquillamente non arrivare, in effetti: si peggiorerebbe di poco...).

venerdì 23 settembre 2011

La Benedetto lascia (e non risponde): ma con l'incubo di Alice...

  L'eretico vorrebbe sommessamente stigmatizzare ancora una volta ( siamo alla seconda) il silenzio (non credo assenso) della dottoressa Laura Benedetto, rispetto alle dieci domande che l'eretico le ha posto, ormai un paio di settimane or sono: quando alle dieci domande del compianto Giuseppe D'Avanzo su Repubblica non rispondeva Silvio Berlusconi, era (giustamente) uno che aveva paura di qualcosa. Ora che non risponde lei, cara dottoressa, cosa dovremmo pensare?

  Mi dicono che in azienda c'è tanta gente che ha una fifa tremenda di cosette che potrebbero uscire a breve (anche sul bilancio, per esempio: sembra che in Italia esista ancora la Corte dei conti...); certo che il suo pervicace silenzio, non aiuta queste persone ora così impaurite.
Qualcuno che parla, fortunatamente, c'è: un tris di medici (Flavio Civitelli, Carlo Palermo e Marino Artusa, ex Assessore regionale all'ambiente, sotto il Presidente Martini), tutti facenti parte del sindacato Anaao Assomed, i quali intonano - sul Corrsiena di mercoledì scorso - un imbarazzante peana alla partente Laura Benedetto (la quale formalmente lascia proprio oggi). Vale la pena citare almeno parte del finale del loro epinicio:
"Confermiamo il complessivo e diffuso apprezzamento per la gestione della dottoressa Benedetto e di tutto il gruppo dirigente dell'Azienda Usl 7". Chi ha orecchie per intendere, intenda.
Venenum in cauda, i tre "benedettini" ad oltranza, non paghi di quanto affermato, si lanciano in una intemerata violentissima contro la misteriosa Alice, che - con la sua seconda missiva di posta elettronica, mandata a moltissimi dirigenti ospedalieri - sta seminando il panico. L'informatissima Alice, fra le altre cose, ha un merito che l'eretico vuole pubblicamente riconoscerle: è davvero brava a sputtanare le anime belle. Come potrebbe non stare simpatica all'eretico?
 Il prima citato Carlo Palermo, per esempio: Alice fa riferimento ad una deliberazione fatta in odore di cenone (il 31 dicembre 2010: a che ora, per pura curiosità?), la numero 840, firmata e controfirmata dalla Benedetto stessa; con la quale, senza alcuna procedura di selezione interna (come invece era stato stabilito un annetto prima), per un triennio si nominavano i famigerati Direttori di Dipartimento. Medicina interna? Eccolo qua: dottor Carlo Palermo (indennità di dipartimento: "una integrazione della parte variabile della retribuzione di posizione in godimento pari ad euro 16,500 su base annua, oltre oneri riflessi se e in quanto dovuti")!
Sempre il 31 dicembre 2010, mentre i comuni mortali andavano dal parrucchiere o a fare la spesa per il cenone, vai con un'altra infornata benedettina. Questa volta, l'oggetto recita "Costituzione Nucleo sviluppo organizzativo""(scritto a penna, in corsivo: ma in che anno siamo?): delibera del direttore generale, numero 842.Per implementare l'organizzazione dell'azienda, dunque, si nominano alcuni medici, fra i quali un altro del trio benedettino, Flavio Civitelli.

  "Questa crescita non va arrestata": sintetizzava così, il Corrsiena, l'intervento dei tre benedettini ("le migliori professionalità mediche dell'azienda", si sono autodefiniti: chapeau!).
In che senso, verrebbe da domandare ai più bravi fra i luminari della medicina senese?

giovedì 22 settembre 2011

Lectio magistralis del Vescovo: "il cittin che poccia"...

  Patrocinato dal Comune di Siena (in barba alla separazione dei poteri), oggi si è svolta la giornata in cui si è celebrato il Patrocinio della Beata Vergine Maria, Patrona e Regina di Siena e del suo antico Stato.
 La mattina alle ore 9, si dovrebbe essere tenuta la S. Messa celebrata dall'Arcivescovo (uso il condizionale, perchè l'eretico non c'era, e sa che spesso il successore apostolico tira bidoni, non presentandosi).
Alle 18 - nella Sala delle Lupe - Sua Eccellenza c'era di sicuro, a sdottorare su Maria advocata senensium: l'eretico stesso, con il consueto masochismo, era presente all'evento, curioso di sentire con le sue orecchie come se la sarebbe cavata il Nostro di fronte all'affascinante argomento. Messosi a sedere vicino ad una ineffabile suorina, l'eretico ha ascoltato quasi tutta la Lectio magistralis di Buoncristiani (sic): un fritto misto di cose non solo risapute, ma rimasticate decine di volte - credo - dallo stesso pubblico presente (sala piena, ma non pienissima: in prima fila, solo soletto, Gabriellone Mancini, in versione estatica, come neanche davanti ad un piatto di amatriciana; dietro, un buon numero di docenti di religione, di fatto obbligati a presenziare al noioso evento, più qualche beghina d'accompagnamento).
Buoncristiani pareva di buon umore, ed in buona forma (che avrà magnato, in giornata?), ma non ha fatto altro che leggere, capendo solo alla fine come era meglio parlare, di fronte al microfono, ad una distanza diversa (l'ha candidamente ammesso lui stesso, di non averlo capito prima, suscitando l'ilarità benevola del pubblico femminile); ha padellato varie cosette (l'affidamento alla Vergine durante la seconda guerra mondiale, è del 1944, non del 1943!), ma soprattutto ha fatto capire - ancora una volta - di essere rimasto fermo, nella sua forma mentis, ad una società arcaica presecolarizzata:
 "Ah, come era bello quando c'erano i commerci in Piazza, e tutto iniziava dopo la Messa mattutina in cappella".
 Lui è fermo a quell'idea di mondo, di società. di rapporti: e certo avere la classe politica così genuflessa davanti a lui, lo conforta, gli fa sembrare di vivere in un tempo che più non è.

  La frase memorabile e memoranda della serata, in mezzo a tante scontatissime rimasticature?
"Il simbolo della devozione mariana senese, a livello iconografico, è il cittin che poccia".

Ps In fondo alla Sala, vegliava sul cittadino Buoncristiani il suo nuovo segretario, il bel Enrico Grassini da Poggibonsi (classe 1979): il Gaenswain della Val d'Elsa, potremmo dire...

Buonconvento,Finmeccanica City: una precisazione...

  L'eretico non può non tornare a scrivere di Buonconvento, ove sta impazzando la Sagra della Val d'Arbia.
Dopo il post sul Borgogni, ieri ho ricevuto un messaggio - ovviamente pubblicato, a piè del post stesso - di difesa a spada tratta dell'operato dell'alto dirigente Finmeccanica: la firma non c'è, ma credo di non sbagliare se lo attribuisco ad un noto borgognino locale, gravitante in area Mps (strano, eh?).
Sempre lodevole difendere l'amico in un momento di grande difficoltà (amicus certus, in re incerta cernitur: l'amico vero, si vede nel momento difficile, incerto); il problema, però, è anche COME (e perchè) si interviene per difendere la persona cara. Il borgognino (o borgognano? O,addirittura, borgognone?) usa delle argomentazioni che sono tali e quali quelle che si usano in certe realtà del Sud quando le forze dell'ordine arrestano un delinquente, un mafioso (visto che penso di avere compreso chi sia il paladino, chiarisco ancora meglio, in modo inequivocabile: NON ho scritto che il Borgogni Lorenzo è un criminale incallito, ho scritto che il paladino usa lo stesso linguaggio di quelli che difendono i mafiosi patentati. Chiaro tutto?).
In sintesi, il borgognino dice - rivolgendosi ai buonconventini -  che il Teatro il dominus ve l'ha aggiustato (e mica si possono invitare tutti quanti i buonconventini insieme, no? Ci vuole una scrematura: borgognina, appunto...), che il manager Finmeccanica ha fatto tanto del bene al paese, che bisogna ricordarci di come era Buonconvento prima di lui, e così via.
L'eretico non sa di preciso come fosse Buonconvento prima, ma si rende conto di come sia ora: se piace ai buonconventini, contenti e gratificati loro; a me, avere una sorta di ras di paese, non piacerebbe. Ognuno ha i suoi gusti, s'intende: non voglio imporre agli altri i miei.

 Faccio due esempi, tanto per chiarire il concetto di come sia Buonconvento oggi: proprio nell'anno in cui il Borgogni planava in elicottero (che è un aereo, comunque) per la Festa della Val d'Arbia come un Remo Gaspari d'antan, l'eretico prendeva servizio alla locale scuola media (in classe, c'erano il figlio del maresciallo dei carabinieri, e la figlia del Sindaco). Mi ricordo che - sotto Natale - tutta la scolaresca fu allontanata dalle classi (in orario di lezione), e portata nella adiacente palestra. La Giunta comunale offrì delle caramelle e simili ai ragazzini radunati in cerchio, dopo un discorsetto di prammatica (se non sbaglio, di un Assessore). Poi, tutti ritornarono in classe, felici e contenti, giusto qualche rischio aggiuntivo per le carie dentali.
Secondo esempio: quando uscì il mio Le mani sulla città, il maestro Adriano Fontani chiese - ed inizialmente ottenne, da un impiegato sbadato ed ingenuo - una sala per presentare il volume, in cui si scrive anche di Buonconvento. Quando la notizia arrivò ai piani alti del Comune, fu detto al Fontani che la sala era a rischio sismico (tutto documentabile), e che il libro non si poteva più presentare in loco (ovviamente senza dare locali alternativi). Il Sindaco Mariotti - l'unico Sindaco più paonazzo dell'ottimo Cenni in tutta la Provincia - avrebbe niente da dire, al riguardo? Ne ha mai saputo niente? Se vuole dimostrare che si è trattato di un errore e cercare di rimediare a questo brutto episodio che non fa onore alla cittadina, l'eretico è pronto a presentarlo, il libro: due anni e mezzo dopo, ma - come si dice - meglio tardi che mai!

  Caro borgognino a prescindere, tientelo ben caro, il tuo manager Finmeccanica (che pare non voglia nemmeno dimettersi: complimentoni!).
Rivolto invece ai buonconventini, se vi sta bene essere Finmeccanica City, fate pure: buona continuazione...

mercoledì 21 settembre 2011

Processo Acampa: analisi di un teste monomnemonico(I)...

   Al pari di molti altri, l'eretico attende con sempre crescente ansia le motivazioni della sentenza del Giudice Gaggelli in merito all'assoluzione acampiana del 19 luglio scorso: Legge alla mano, ci sono tre mesi di tempo.
Tanto per alimentare la curiosità, oggi l'eretico - nel presentare al suo pubblico almeno qualche spezzone del Processo in oggetto - fa entrare in scena un personaggio del tutto minore, la cui testimonianza ha avuto però un'importanza (vedremo come) nella sentenza di assoluzione per Acampa.
Si tratta dell'autista del Vescovo, tale Marco Tortone, nato a Siena il 16 maggio 1971 (un non splendido quarantenne, dunque); il 18 dicembre del 2009, va in aula di Tribunale a testimoniare.
L'avvocato della parte civile Alfredo Fiorindi mette subito in chiaro una cosa, chiedendogli se sia assunto, stipendiato dalla Curia. Tortone dichiara di essere assunto dall'Arcidiocesi, e di ricevere quindi uno stipendio dall'Arcidiocesi: come quasi tutti i testimoni pro-Acampa, tra l'altro...
Nel titolo, ho scritto che Tortone è un teste monomnemonico, nel senso che lui ricorda con buona sicurezza solo due cose, in aula: i suoi dati anagrafici (cosa non difficile, in effetti), e l'ora di arrivo (quel 2 aprile 2006) in Curia. Lo stesso avvocato acampiano Enrico De Martino gli chiede, quel 18 dicembre 2009:
 "L'orario più o meno, se se lo ricorda, sa più o meno approssimativamente?", domanda, cauto.
 "Sono arrivato prima delle otto, dieci minuti circa prima delle otto, perchè ho il compito di pulire la macchina". Guarda caso, Tortone arriva proprio al momento giusto per cercare di neutralizzare la basilare testimonianza di don Furiesi, che inchioda Acampa alle sue responsabilità. Tortone, ovviamente, Acampa, quella mattina verso le otto, non l'ha visto. Più avanti, De Martino insiste con l'orario, e l'autista del Vescovo diventa ancora più granitico:
"Su questo posso essere sicuro, di essere arrivato prima delle otto" (da notare che, con il Vescovo, alla volta di Poggibonsi partiranno verso le dieci e trenta: ma di questo parleremo alla prossima...).
 La stessa Giudice Gaggelli, gli chiede conto di come faccia ad essere così sicuro dell'orario. Tortone non fa una piega: "è una cosa che mi ricordo benissimo".
Tortone, dunque, si ricorda alla perfezione, tre anni e mezzo dopo il fattaccio, l'ora esatta di arrivo in Curia per lavare la macchina vescovile, ma - per dirne una - non si ricorda neanche da dove sia passato quella mattina ("Quel giorno lì però dove sono passato NON MI RICORDO precisamente se sono passato...per un motivo magari di traffico (alle 7 e 40 di domenica mattina!!, Ndr), per velocizzare, oppure ho fatto la Via delle Sperandie...").
 Che processo fantastico, non posso ancora non sottolinearlo!
 Alla prossima puntata, vedremo di svelare al pubblico cosa abbia fatto il Tortone dalle 8 e qualcosa (lavata la macchina), fino alle 10 e mezza circa. Come avrà impiegato il suo tempo (mentre a dieci-quindici metri di distanza c'era un incendio covante in corso, tra l'altro)?

Ps L'eretico lancia un appello: cerca un luogo, un posto dove leggere pubblicamente i brani salienti dell'Acampa show in tribunale, vale a dire del processo più funambolico e rutilante del decennio. Chi ha disponibilità di luoghi all'uopo, si faccia avanti, in qualunque modo.
Il teatro del Costone, per esempio, sarebbe perfetto...

martedì 20 settembre 2011

XX settembre: quello italiano e quello francese...

  In Italia, non si ricorderà mai abbastanza l'importanza del XX settembre (1870): unica data, forse, di autentico respiro europeo - e non solo del "particulare" italiano - dell'Ottocento nazionale. A maggior ragione, adesso che la Chiesa sta clamorosamente cercando - profittando, come è sua abitudine, della sfacciata ignoranza storica degli italiani, inferiore solo a quella religiosa - di annacquare il suo profilo assolutamente anti Risorgimento (qualcuno forse ricorderà l'inopinata presenza del Segretario di Stato Bertone a Porta Pia lo scorso anno).

  Curiosità delle date: anche la Francia (quella rivoluzionaria, per giunta) ha avuto il suo XX settembre. La celebre battaglia di Valmy, infatti, si tenne proprio in quel giorno, nel 1792: ed il giorno seguente, fu proclamata la Repubblica (la prima francese), con un nesso causa effetto che è sin troppo evidente.
Goethe era presente, come osservatore, fra le fila prussiane: oggi si direbbe embedded...con la lucidità e la lungimiranza dei grandi intellettuali, capì all'istante che quel giorno avrebbe cambiato la Storia: della Francia, dell'Europa, e forse non solo. Una nuova era era cominciata.
 I cosiddetti "straccioni di Valmy" - usando un termine ormai consolidato nella storiografia - combattevano da cittadini (francesi), contro sudditi austriaci e, appunto, prussiani. La levee en masse rivoluzionaria - che poi farà la fortuna napoleonica -, nasce di fatto a Valmy, contro la coalizione austro-prussiana.
Questo microscopico paese del Dipartimento della Marna, dunque, fu il baluardo che impedì alle truppe austro-prussiane di sfondare per arrivare, in un secondo tempo, financo a Parigi. Proprio come in un altro settembre (quello del 1914), allorquando, sempre in zona, le truppe francesi seppero bloccare la guerra lampo impostata da Von Schlieffen (Blitzkrieg). Grazie alla determinazione dei circa 35mila francesi arringati magistralmente da Francois Kellermann, ed a causa della loro superiorità per quanto atteneva all'artiglieria, i vari Dumouriez e La Fayette poterono cantare vittoria, in uno scontro che vide relativamente pochi morti, ma si risolse in un balsamo psicologico per la Francia, ormai repubblicana.

 Altra curiosità: Federico Guglielmo II di Prussia aveva appena stipulato un Patto con lo Zar russo, nell'agosto, per spartirsi il territorio della Polonia, e perciò non potè e non volle impegnare troppi effettivi a Valmy, avendone bisogno sul fronte orientale. Buon per la Francia: la Fortuna aiuta gli audaci.
E quanta somiglianza con il Patto Molotov-Von Ribbentrop del 23 agosto del 1939: anche allora, la Prussia ormai fattasi Germania (nazista), si spartiva la torta polacca, con l'allora "Zar" Stalin. Corsi e ricorsi della Storia.
 
 Cosa resta, oggi, di quella battaglia? In loco, dopo la tempesta del 1999 che sferzò quei luoghi, è stato ricostruito il celebre mulino, simbolo del luogo in cui si combattè in quel XX settembre di 219 anni or sono.
Più in generale, proprio il fatto che da allora - pur con il ritorno all'indietro della Restaurazione postnapoleonica - si è affermato il principio che ha senso combattere e rischiare di morire, per un ideale di Patria: da Valmy in avanti, dunque, si è iniziato a combattere da cittadini, non più da sudditi. Sia che la propria Patria fosse democratica, sia che fosse dittatoriale e totalitaria: right or wrong, it's my country.
Il problema dell'11 settembre 2001, è proprio questo: l'Occidente non è stato attaccato da uno Stato, ma da un'entità transnazionale, compattatasi in nome dell'estremismo religioso islamico.
  A Valmy, almeno, oltre che a combattere per degli ideali (sacrosanti, tra l'altro), si combatteva contro una monarchia (anzi contro due): oggi - volenti o nolenti - queste semplificazioni non esistono più...

lunedì 19 settembre 2011

Poggibonsi, i nomi dei 12 indagati: ma la Coccheri sta zitta zitta...

   Nel suo piccolo, anche Poggibonsi potrebbe diventare una nuova Sesto San Giovanni: proprio dalla demolizione di un capannone semindustriale, sta venendo fuori un puttanaio di proporzioni inaudite.
L'eretico - con il suo naso ormai smaliziato per queste cose - aveva subodorato roba grossa di primo acchito, con il sequestro di questo Palagetto, proprio davanti al ristorante Rigogolo. Ora che ha in mano la documentazione del Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Siena Ugo Bellini, l'eretico può dire di avere fiutato giusto, ancora una volta.
Per oggi, limitiamoci a dare i nomi dei 12 indagati (visto che nessun giornale si è degnato di informare i cittadini, chissà perchè...), con una chiusa finale sull'ottimo Sindaco della città valdelsana. La settimana prossima (se nel frattempo il blog non verrà oscurato), daremo ulteriori ragguagli sulla triste situazione poggibonsese (dal punto di vista della legalità, si capisce).
Gli indagati (ovviamente con responsabilità ben diverse) sono Alfonsa Bracciali, Patrizia Relli e Salvatore Ferri (comproprietari dell'area su cui sorge ciò che è stato sequestrato, cioè questo Palagetto); i costruttori Marco e Mario Sagliano (entrambi classe 1987) e, soprattutto, Casciola Giuseppa (nata in provincia di Trapani nel 1967, moglie di Francesco Sagliano, di fatto dominus della ditta, ma senza che la stessa gli sia intestata: curiosa stranezza, no? Qualcuno può dare delucidazioni in proposito?); i tecnici Marco Bellini (classe 1958, di Monteriggioni), Antonio Anichini (senese, classe 1959), nonchè Adriano Bartoli, nato il 2 agosto 1956 a San Casciano Val di Pesa, Andrea e Paolo Partini (residenti a Monteriggioni); per finire, Roberto Bartali (classe 1968, senese), legale rappresentante della società immobiliare.
 Di Adriano Bartoli (al tempo, Dirigente del Settore Qualità urbana -Servizio edilizia privata del Comune di Poggibonsi, nonchè firmatario del permesso di costruire in loco, il 20 giugno del 2008), si è già scritto: visto che risultano già altri avvisi di garanzia, le dimissioni sarebbero norma di elementare decenza, se il Comune di Poggibonsi fosse un Comune "normale". Così, invece, non è: basta saperlo. Basta quello.

  Quanto al Sindaco Lucia Coccheri, che dire? Le potremmo fare una domanda maliziosa, prevedendo l'imbarazzo a rispondere: cosa sapeva lei di ciò che avveniva nell'area, prima del sequestro? Se si applicasse il "non poteva non sapere", la Coccheri dovrebbe essere indagata (c'è sempre tempo, comunque...); ma noi garantisti non glielo auguriamo. La questione politica, però, resta tutta, e lo striminzito e contorto comunicato del segretario di turno, va bene giusto per i gonzi, più che per le persone di intelligenza normotipica. Il Gip ha letteralmente sbriciolato - legge alla mano - la politica edilizia del Comune (vedremo come alla prossima), ed il Pd coccheriano che dice (quello provinciale, con la Meloni, ovviamente non si esprime: la Segretaria, la Meloncina, deve guardare la sua creatura ed occuparsi della parità dei sessi, che gliene frega degli abusi edilizi? Per lei, poi, è tutta roba amministrativa, come Galaxopoly...)? A tonfo, niente di niente; dopo avere attentamente meditato e rimuginato, sentite un pochino cosa ha partorito:
 "Il Pd di Poggibonsi sta seguendo con la massima attenzione lo sviluppo della vicenda (meglio tardi che mai: e prima?, Ndr)...eventuali responsabilità dovranno essere perseguite, ma l'auspicio è che la vicenda si rivolga (?) positivamente, in primo luogo nell'interesse delle famiglie...".
La massima apertura alla legalità è quindi questa: "eventuali responsabilità dovranno essere perseguite". Per il Pd poggibonsese, quindi, se uno va - e di brutto -  contro la legge, deve essere perseguito. Capito?
Grazie, Sindaco Coccheri, per questa lezione di educazione civica, che ci fa scoprire cose che noi solo sospettavamo: ci conforta molto, comunque, sapere che lei la pensa così.
A quando, di conseguenza, le doverose dimissioni di Adriano Bartoli? Dopo l'eventuale condanna in Cassazione? Aspettiamo un paio di altri quartieri lungo l'Elsa (il Palagetto è costruito a circa metà della distanza di legge dal fiume)? Vista l'incertezza sulla sorte dell'autentica, vogliamo rendere Poggibonsi una nuova Venezia?
Raffaele Ascheri

domenica 18 settembre 2011

Buonconvento, Finmeccanica city: ma il Borgogni è un po' maleducato...

   Siccome l'eretico è stato il primo e l'unico a scriverne in tempi certo non sospetti (vale a dire quando il Borgogni non era impelagato nell'affaire Finmeccanica), potete immaginare la soddisfazione quando stamattina - Corriere della sera con la destra, cappuccino nella sinistra - ha letto quello che, peraltro, era nell'aria da tempo: un'intercettazione concernente una cenetta fra il dominus di Buonconvento (quello che planava con l'aereo Finmeccanica sul campo sportivo del paesello, e ci faceva salire solo chi pareva a lui) e l'ottimo Tarantini.

  Il 29 aprile del 2009 (non trent'anni fa), a Roma, insieme a Salvatore Metrangolo, Presidente e amministratore delegato di due società del gruppo Finmeccanica (dimessosi due giorni fa da Finmeccanica, in un sussulto di dignità), a Paolo Berlusconi ed un suo fantomatico amico, c'era pure il Borgogni di Buonconvento, il braccio destrissimo di Guarguaglini, quello addetto ai rapporti con i politici.
Dicono quegli invidiosi degli investigatori che "per intrattenere i suoi ospiti, Tarantini reclutava Barbara Guerra, Fadoua Sebbar e Letizia Filippi, la cui disponibilità a concedere favori sessuali in cambio di utilità era ormai testata". Che non fossero state assoldate per fare da interpreti (fra italiani), ce lo fa comprendere mirabilmente Tarantini stesso, al telefono con la Guerra:
"è una cosa importante, che mi serve a me, capito? Per lavoro...amò, però mettiti una minigonna inguinale...vestiti proprio a mignotta".
Il dominus di Buonconvento, però, ha subito precisato, sempre al Corrsera (e non negli altri giornali consultati dall'eretico oggi), di avere sì partecipato alla suddetta cena tarantiniana (come negarlo?), aggiungendo però di "essere andato via a metà della cena, quando arrivò Paolo Berlusconi".
L'eretico ci crede, e non ha dubbi al riguardo. A questo punto, però, bisogna dirlo: il Borgogni di Buonconvento - nonostante gli anni di frequentazione con i poteri forti, da quando era craxiano convinto - non ha ancora imparato la buona creanza, perdinci. Non si lascia una cena a metà: è pura e semplice maleducazione! Peggio che fare un rutto in faccia ad una signora come Barbara Guerra, o sbirciare le cosce di quell'altra (o mangiare il cantuccio con la forfora, alla Buoncristiani).
E poi: perchè abbandonare l'allegra cenetta, proprio quando arriva il fratello del Presidente del Consiglio? No, caro Borgogni Lorenzo: così non si fa.Venga dunque a ritemprarsi nella sua Buonconvento: è appena iniziata la Sagra del paese, inaugurata in pompa magna dalla figlia che - per pura casualità - è Assessore alla Cultura del Comune. Pura casualità, oltre ai meriti indiscutibili, in campo appunto culturale, di Elisabetta Borgogni.
Bei tempi, quando Massimo D'Alema arrivava in loco (sei mesi circa dopo la suddetta cena interrotta), ed il Borgogni Lorenzo era munifico anfitrione, nel da poco restaurato teatro del paese: c'erano tutti, non mancava nessuno (nemmeno il Bisi a presentare: chissà perchè, proprio il capo della massoneria toscana...).


Ps Il Borgogni verrà assolto da tutto, ne siamo certi: ma che l'attuale dirigenza di Finmeccanica fosse gestita in modo opinabile, forse si può accennare, ora, senza essere querelati?
Forse sarebbe venuto il momento che qualcuno chiedesse scusa al maestro Adriano Fontani: voce clamante nel deserto, rispetto ai metodi padronali del Borgogni Lorenzo a Buonconvento. E il Fontani lo attaccava quando la stragrande maggioranza degli abitanti del borgo o saliva sull'aereo Finmeccanica, o cercava di...

Tutti a Bagnaia: Beppino, Acetello e Lamberto...

  Che ce ne frega di Siena-Juventus, della vendemmia o dell'ultimo mare: oggi tutti i very important persons of Siena (Vips) saranno in quel di Bagnaia, a godersi l'imperdibile kermesse equina organizzata dall'amfitriona per eccellenza del posto, la proprietaria della Nazione, Sua Eccellenza Monti Riffeser.
Per introdurre l'argomento, niente di meglio che un assaggio del servilismo giornalistico dei "giornalisti" de La Nazioni a proposito dell'evento. Com'è la tenuta di Bagnaia, com'è il paesaggio? Nessuno pretende che dalla penna di una "giornalista" pagata dalla Monti Riffeser escano critiche, però...
Ascoltare, per gustare, dunque (pagina 7). Si parla di Bagnaia:
 "L'aria fresca col sole che si alza, il prato ancora bagnato dalla rugiada della mattina, il cielo terso, l'orizzonte infinito e quel movimento slow che caratterizza la vita dei campi...". Brava, brava questa Paola Tomassoni: è uscita da Scienze della Comunicazione, per caso? A proposito di "movimento slow che caratterizza la vita dei campi", molti sottolineano che tante sono le braccia sottratte all'agricoltura, anche dalle parti di Bagnaia...

  Ma veniamo alle cose serie. La solerte laudatrice di Bagnaia, ci informa che, nel pomeriggio, non mancheranno tanti Vips: Lamberto Dini, Maria Pia Fanfani (ma quanti anni ha?), il gioielliere Cesare Settepassi (all'ottavo si ferma?), Sibilla Della Gherardesca, Bona (nomen omen?) e Vittorio Frescobaldi, il conte Filippo Sassoli De Bianchi. Oltre alla Tomassoni, evidentemente: inviata speciale sulla Siena-Grosseto.

  Poteva forse mancare Mussari Giuseppe, a questa kermesse così fashion e trendy (proprio come la Banca che Lui ha portato alla definitiva consacrazione)? Certo, che ci sarà. L'ha scritto la Tomassoni, che sarà presente il Presidente dell'Abi. All'eretico, ormai, viene da chiamarlo in confidenza Beppino: spero non si adombri di ciò, ma dopo avere letto così tanto su di Lui, un po' di familiarità nasce, inutile negarlo.
Si porterà dietro il suo consulente finanziario di fiducia Antonio Degortes (detto Acetello), colui che, da quando Lui è Presidente di Banca Mps, ha scalato tutte le vette delle partecipate montepaschine, in virtù del know how imparato studiando Economia alla Bocconi (i dischi li metteva per mantenersi agli studi)? Sarebbe bello, e giusto. Perchè Acetello, e non l'altro consulente bocconiano Mauro il Rosati? Perchè quello è sempre stato allineato: Pds-Ds-Pd; Acetello, invece, ha avuto un percorso politico molto più variegato e sfaccettato: partito forzaitaliota convintissimo (storia ben risaputa), poi è approdato ad altri lidi (forse lui solo sa esattamente a quali, ma non sottilizziamo). Quello, però, che non tutti possono sapere, è che l'ottimo Acetello ebbe - negli anni Novanta, tra il primo e secondo Master in Scienza della finanza - un piccolo amorazzo (politico, non una delle tante conquiste femminili) politico per Lamberto Dini. Sì, proprio il grande amico della Monti Riffeser, che lo espone ai presenti a Bagnaia, perchè è molto chic avere un ex Presidente del Consiglio all'annuale party equino. Se non l'ha mai fatto prima, Acetello potrà finalmente parlare di finanza, di geopolitica e di varia umanità con Lambertow: un'occasione così, non capita tutti i giorni (e Dini, alla Capannina a Castiglioni non può venire, perchè Donatellona non lo manda)!
 Vedete, cari lettori, come tutto si tiene, nel meraviglioso mondo della Casta di Siena?

Ps  Le previsioni danno rischio pioggia, nel pomeriggio di oggi, mentre a Bagnaia impazzeranno le evoluzioni dei cavalieri (ma Beppino cavalca, a questo giro?): imperdibile sarà soprattutto il Premio numero 14, quello sponsorizzato dalla Banca più fashion del Vecchio Continente.
Vediamo se - una volta tanto, nella vita - la nuvola fantozziana colpirà i Vips, invece dei soliti perdenti: tra l'altro, c'è così tanto bisogno di pioggia...

sabato 17 settembre 2011

Un viaggio nell'Italia del 2011: l'Aquila (I)

   Andare a l'Aquila, non è mai stata un'esperienza banale e scontata: una certa cupezza di fondo, il fatto di essere la città più fredda d'Italia, l'asprezza del paesaggio che la circonda.
L'arrivarci adesso, però, in un giorno dell'agosto 2011, è un'esperienza quantomai utile per capire l'Italia di oggi: che a rischio sismico è sempre stata (ed a rischio ruberie, lo stesso), ma forse non è mai stata così a rischio sfiducia.
 Dopo la seconda guerra mondiale, buona parte dell'Italia era come l'Aquila adesso: ma un ottimismo, verace e pugnace al tempo stesso, pervadeva l'animo degli italiani, o almeno della loro maggioranza. Parlare con gli aquilani, oggi: questo è ciò che crea sconforto. Ho parlato con un vigile urbano loquacissimo, con un giornalista di una radio locale, con uno studente di 26 anni, con il giovane gestore di un Google point in pieno centro, e con altri ancora. Da nessuno di loro (e se dico nessuno, vuol dire davvero nessuno) ho avuto mezza parola di ottimismo, di speranza per il futuro, prossimo o remoto che fosse.
Uno dei paradossi beffardi della città, è il suo motto: "Immota manet". Credo, spero formulato a guisa di augurio...
  Nessuno crede che il centro storico aquilano verrà ricostruito sul serio: a volare bassi, l'80% delle attività sono morte; resiste qualche bar e ristorante, per la movida tra i relitti che la sera e la notte anima la parte della zona rossa ora penetrabile. Oltre a questo, un negozio di abbigliamento intimo, e pochissimo più. Tutto il resto, muri derelitti, resti di una città come sventrata da bombardamenti.

 Trovo alloggio in un albergo, completamente ricostruito dopo il sisma del 6 aprile del 2009: sa di nuovo, il parquet per terra, gli infissi lucidi. Tutto è ben tenuto. Ma è un albergo particolare, come tutto in loco: non ci sono solo turisti, ci vivono anche non pochi anziani, ancora impossibilitati a tornare a casa, evidentemente. Un po' albergo, un po' ospizio, dunque. Apro la finestra della camera, e mi trovo davanti brandelli di muro, dall'altra parte della strada.  Esco dall'albergo, prendo la destra, e, dopo trenta-quaranta metri di salita dolce, mi trovo davanti gli alpini a sbarrarmi la strada:
 "Ci dispiace - dicono gentilissimi -, questa parte non è accessibile. Lo facciamo per proteggere le case dagli sciacalli!".
L'Aquila è una città militarizzata, come credo nessun'altra nella penisola. I nemici da combattere, però, chi sono?
Dopo due anni e mezzo dal sisma, girano ancora gli sciacalli? C'è ancora da rubare, nelle case rimaste in piedi? Possibile che gli aquilani lì residenti non abbiano portato via le cose di valore, in tutto questo tempo? E ancora, una domanda che mi ronza in testa: sono proprio necessari tutti questi alpini, a protezione di queste porzioni di città? Non sarebbero più efficaci altrove: a proteggere persone vive, piuttosto che case morte?
Mi è capitato di visitare molte città devastate da guerre ancora da cicatrizzare per intero: Mostar e Sarajevo, per esempio; per la prima volta, qui a l'Aquila, mi trovo invece a vedere cosa possa la Natura, abbinata all'incuria umana.
Perchè la Natura è indifferente e maligna, come sappiamo: ma di certi uomini, non si può forse dire la medesima cosa?

La Benedetto non risponde: perchè?

    L'eretico lo scorso 10 settembre - leggere per credere -  ha postato dieci domande dieci alla dottoressa Benedetto: vista la attitudine benedettiana (meglio che benedettina, direi) alla scrittura, mi aspettavo una risposta semimmediata. Passata una settimana intiera, invece, niente di niente: le domande del 10 settembre, giacciono sempre lì, senza risposta (e non tutte erano così imbarazzanti, suvvia). Il piacere benedettiano per la scrittura, si è dunque inceppato? Boh, l'eretico non sa che dire, al proposito...

  Nel rimarcare questa non risposta, allo scrivente corre l'obbligo di aggiungere qualcosa d'altro. In primo luogo, è spuntata fuori - ed è stata ricevuta da molti dirigenti Asl -  una lettera di posta elettronica (tra l'altro, non della fonte primaria dell'eretico sulla questione sanità), che è sferzante assai nei confronti della gestione dell'Asl 7 da parte della Benedetto (a quando in Rossi? Se ce lo fa sapere, superscoop...). Forse il muro dell'omertà aziendale si sta per spezzare (o si è già spezzato)? Perchè oltre ai casi della Banca e della Fondazione in caduta libera, dell'Università-colabrodo e del Comune che non sa come fare il bilancio (ma lì si dà la colpa a Berlusconi, e ci sono da contrastare le armate della Brambilla, in marcia su Siena...), per alcuni uccelli del malaugurio si profila qualche problemino di bilancio anche a livello di azienda ospedaliera (nella tanto decantata sanità toscana, è fresco il caso del crack di Massa-Carrara, non così lontana da Siena).
La mail, dicevo: firmata da una certa Alice (nel paese delle ex meraviglie?), si parla di ""miracolati" da carriere di rapidità stupefacente: impiegati, tecnici, infermieri promossi dirigenti..dopo pochi mesi messi a dirigere strutture complesse, con relativa lievitazione degli stipendi".
L'eretico spera davvero che si tratti di fandonie, di corbellerie, di cazzate, insomma: perchè se mai fossero vere, ci sarebbe da mettersi le mani sui capelli. Cerchi di capire chi è questa Alice seminazizzania, e la quereli quanto prima: le insinuazioni - messe per scritto - sono davvero gravissime (anche perchè investono perfino il modus operandi riguardante il bilancio 2010!).
Dottoressa Benedetto, noi saremo sempre al suo fianco, nella vostra (sua, e del compagno Enrico Rossi, proprio ieri a Roma alla festa dei giovani piddini, portato ad esempio di buon governo locale) lotta implacabile contro gli sprechi di denaro, il familismo e le carriere facili: non praevalebunt!!

  Un'ultimissima cosina: lei mi ha scritto di umiliarmi sui ceci, sulla questione del suo compenso nella nuova carica alla Camera di Commercio di Firenze.
La cifra di 250mila euro, da me indicata, sarà forse troppo alta, ma anche quella da lei messa nero su bianco pare bassina assai (120mila euro). Anno 2009, dati Camera di Commercio: chi era al posto suo, raccattava circa 190mila euro (40mila circa di stipendio tabellare, più circa 130mila di retribuzione di posizione, più circa 20mila di retribuzione di risultato).
 Ci vuole dire che Lei andrà a prendere nettamente meno del suo fortunato predecessore di due anni fa? Anche questo, sarebbe un mega-scoop, no?

venerdì 16 settembre 2011

Un consiglio, una precisazione ed un rimbrottino...

  L'eretico cercherà di essere breve, dunque cominciamo con il consiglio.

  Stasera, su Rai tre alle 21,10, c'è un film (in prima visione sulla Tv generalista) da non mancare per nessun motivo: "I galantuomini", del regista - italiano, ma di origine inglese - Edoardo Winspeare; con l'ottimo Fabrizio Gifuni e la non banale bellezza vissuta di Donatella Finocchiaro. Uno spaccato inquietante sulla quarta mafia italiana, la pugliese Sacra Corona Unita.
Lo raccomando anche perchè un personaggio che è rimasto molto impresso a chi abbia letto il mio romanzo Gli scheletri nell'armadio, vale a dire quello del killer della Sacra Corona Unita Vito, risente, in effetti, della visione di questo film, uscito un anno prima del romanzo). Non perdetelo, insomma!

  La precisazione: al posto del soldato Parlangeli (che va pagato, forza!), è andato non Luciano, ma Claudio Pieri. L'eretico se ne scusa con il diretto interessato, ovviamente, e con i lettori tutti. Quando ne riparleremo, speriamo di non sbagliare più.
A proposito della Fondazione Mps, raccomando - anche allo stesso Claudio Pieri, dunque - la lettura del bell'articolo di Vittorio Malagutti (Il Fatto, 16 settembre, pagina 12, con foto stranamente quasi presentabile di Gabriellone), dall'inequivocabile titolo "Fondazioni in bolletta: mollano il territorio, ma non le banche". Ottimo, anche come integrazione di quello scritto dall'eretico ieri...

  Il rimbrottino, infine: a meno che non mi sia clamorosamente sfuggito qualcosa, il post di Fratello illuminato (ottimo blog, la cui lettura raccomando caldamente a tutti) di oggi sull'affaire Conti-Ceccherini (in sè, più che lodevole), è però mancante di una citazione, alquanto opportuna, mi sia consentito dire.
Il primo (e, fino ad oggi, l'unico) a scrivere di questo scandalo, fu il sottoscritto, ben due anni e mezzo or sono (aprile 2009). Nel mio Le mani sulla città, infatti, ne davo ampiamente conto, per pignoleria alle pagine 126 e 127. Andai inoltre a ripetere pari pari il tutto davanti ad un'assemblea del Comitato contro l'ampliamento di Ampugnano, qualche mese dopo, al cospetto di una folta platea presente a Sovicille (Circolo Arci). Non bisizziamoci, dunque: almeno fra noi non allineati... 

giovedì 15 settembre 2011

Fondazione Mps: un bilancio "rappresentativo"...

  Che la Fondazione Mps sia alla canna del gas (fino a che avrà i soldi per pagarlo), non c'è bisogno di leggere l'eretico per saperlo: se qualche cosa filtra financo dalla stampa allineata alla Casta, se perfino Franchino il Ceccuzzi - il torraiolo prestato alla politica - ha ammesso che la Fondazione è stata gestita male, le cose devono essere davvero gravi.

  Andando a spulciare il Bilancio del 2010, però, l'eretico ha trovato alcune spigolature interessanti assai, e ne offre qualcuna ai suoi appassionati lettori.
La Fondazione spende più di centomila euro all'anno per "pulizie locali" (105.758, con un incrementino di 6748 euro rispetto all'anno precedente): si vede che è un'istituzione PULITA, no?
2102 euro annui, sono destinati alla "manutenzione ascensore": spesa ragionevolissima, con un aggravio di soli 386 euro rispetto all'anno precedente. Ma non farebbe bene a qualcuno (in ispecie al Presidente), l'andare pedibus calcantibus?
12566 euro se ne vanno per la "manutenzione impianti antincendio": quel che ci vuole, ci vuole. Spero almeno che in ogni piano ci siano pannelli ben leggibili, con su scritto, a caratteri cubitali: "In caso di incendio, chiamare il 115!". In questa città, si sa come vanno le cose: spesso gli amici della Fondazione assistono ad incendi, e poi non si ricordano il numero dei pompieri...

 Ma il culmine, l'apogeo di tutto è questo: la voce "Rappresentanza ed ospitalità".
Qui davvero siamo allo scialo libero: 103.386 (contro 79.469 dell'anno prima, con un più 23.917): roba - senza ironia - da scandalo. Attenzione alla motivazione del suddetto scialo:
 "La Fondazione, al contrario che in passato, ha quest'anno sostenuto autonomamente i costi di ospitalità in occasione del Palio di luglio e quello di agosto".
Domandina: ma chi...cavolino pagava prima, per le ingozzate della Casta e dei suoi amichetti? Portava le bottiglie di Vernaccia Gabriellone da San Gimignano, fino all'anno scorso (e poi le caricava in ascensore, per non presentarsi troppo sudato)? Quando arrivava il mastellianissimo Paolone Del Mese per sostenere Franchino il Ceccuzzi, che si portava, le mozzarelle di bufala da Pontecagnano Faiano (Salerno)? Insomma, chi cavolino pagava, per le ingozzate paliesche (il Vescovo ed Acampa - sempre presenti per il Palio -, no di certo: loro sono esentati da ogni forma di pagamento, come risaputo...)? Chi apriva il portafoglione?
 Forza Gabriellone, cerca di avere un sussulto di dignità, ora che siamo alla frutta: non ce ne importa più niente del tuo ruolo (sic) sulla follia Antonveneta, non ce ne frega più niente del ruolo della Fondazione in Galaxopoly, dove non sei neanche riuscito a farti indagare.
 Almeno chi pagava il rinfrescone, però, potresti dircelo, no? Fai gòdere anche noi, ogni tanto...

Pagate il soldato Parlangeli: è meglio per tutti...

  L'house organ del Monte dei Paschi, stamattina, dava grande risalto alla clamorosa polemica di fine estate tra l'ex Provveditore della Fondazione Mps Marco Parlangeli, e l'istituto stesso, dopo la trombatura del Parlangeli stesso il 2 luglio scorso (al suo posto, tale Luciano Pieri). Stefano Bisi scrive addirittura di una richiesta parlangeliana di "due anni di stipendio", e non certo di uno stipendio da poco.
Colui che allo scientifico - quando era un secchione di quelli da competizione, sempre curvo sui banchi - veniva chiamato "Mao", per la sua fede comunista (almeno lui è stato coerente, a differenza di molti altri che, da fascisti che erano, si sono riciclati ad uso greppia...), ora pare si sia incazzato, mettendo la cosa in mano all'avvocato.
Come già altre volte riportato (e l'eretico ha trovato la stessa circostanza anche nel manoscritto di Pegognaga su Mussari Giuseppe: che coincidenza!), la richiesta stupisce assai, vista la parlangeliana sobrietà, ed il suo non volere in nessun modo gravare sulle finanze dissestate della Fondazione: arrivando financo a cercare in tutti i modi di risparmiare la luce, per il bene della Fondazione stessa.
 In una ormai mitica telefonata fra lui e Mauro Cardinali (31 gennaio 2010, ore 18 e 1 minuto), il buon vecchio Mao allerta il Cardinali: bisogna preparare una memoria per l'ottimo avvocato Pisillo sulla questione Ampugnano, prima possibile (siamo in Galaxopoly, per chi non l'avesse compreso). L'aspetto curioso, è che Parlangeli esorta il Cardinali a NON utilizzare assolutamente i computer della Fondazione: i soliti maliziosi, mettono il tutto in collegamento con la perquisizione in Fondazione del 18 gennaio. La versione più veritiera, invece, presenta un Parlangeli in versione risparmio, in piena sintonia con i tempi perigliosi: a maggior ragione stridente con questa iperbolica richiesta di due anni di stipendio.

  Ad ogni buon conto, un consiglio a chi di dovere, a Gabriellone Mancini in primis: dateglieli, questi soldi, al Parlangeli, dateglieli!
 Visto che l'avete giubilato dalla prestigiosissima carica, se poi, nel tanto tempo libero, il vecchio Mao si mette a cantare, è un casino grosso: perchè è stonato come una campana, ovviamente. Non per altro.
 L'eretico crede, quindi, che sia meglio per tutti che queste mensilità gli arrivino: e per alcuni, direi, ancora più che per altri... 

mercoledì 14 settembre 2011

Riparte la scuola: ma senza l'eretico...

  Oggi è iniziata la scuola: per la prima volta da dieci anni (più gavetta in squallidi diplomifici, che meriterebbero davvero un libro a parte), l'eretico non ha condiviso con i suoi alunni la campanella d'inizio.
Perchè? Per svariati motivi, ovviamente: non ultimo, questo blog, che meriterebbe un'attenzione maggiore e più puntuale di quella che si riesce a dare (e di argomenti che non si trova il modo di trattare, ce ne sono così tanti: a proposito, colgo l'occasione per scusarmi con coloro che mi contattano, e alle cui storie non posso dare spazio, per mancanza di tempo e spazio).
Il blog, dunque, ed il libro mussariano, ormai alle prode (ancora, però, non è arrivato l'invito per la presentazione dalla domina di Bagnaia...); ovviamente, c'è dell'altro: un altro libro in gestazione. Un romanzo, per completare il quale si deve abbandonare Siena almeno per un periodo, per vivere in una città piuttosto lontana (ma non Pegognaga!), molto legata ad uno che a 15 anni (!), pur non essendo un astronomo, scrisse una straordinaria Storia dell'Astronomia (chi sarà? Dai, non è difficile...). Più altri posti, da visitare per completare le location pro-romanzo.
Dato che non mi piace fare le cose non al meglio (vedasi senza continuità didattica, per esempio), ho preso questa sofferta decisione.
Prima che qualcuno pensi male, l'anno di "riposo" (davvero molto virgolettabile), non peserà di un singolo euro, sulle casse dell'esangue Stato italiano (neanche quanto a scatti pensionistici): così chiarendo, evito la potenziale figuraccia a qualche scribacchino che ci volesse intingere la penna, velenosa ad intermittenza...

 Chiarito questo, resta l'amarezza per la mancanza del rapporto quotidiano con i ragazzi della Cecco Angiolieri: quello, in effetti, c'è.
La quotidianità di una professione, non può non mancare; la quotidianità del rapporto con i ragazzi, a maggior ragione.
La cosa bella della scuola, è proprio questa; non c'è taglio della Gelmini che tenga, non c'è ottusità sindacale che resista, non c'è strumentalizzazione possibile: quando ti trovi in una classe con una venticinquina di ragazzini davanti, ci sei solo tu - in quell'ora -, a fargli scoprire il mondo che li circonda. La cosa più gratificante, è far loro imparare a ragionare con la loro testolina, ponendogli subito davanti i grandi temi della Vita e della Morte, attraverso la letteratura, la storia, la geografia, l'attualità.
 Cercando di esser loro vicini, senza scimmiottare amicizie impossibili (e, nel caso, nocive e nefande); cercando di aiutarli a capire che ci sono i diritti, ma anche i doveri, prima che inizino a pretendere solo i primi, come tanti in questa sciagurata nazione; facendo loro capire che i voti, devono essere meritati, guadagnati (sudati, anche): poi - vivendo in Italia, vivendo a Siena - abbandoneranno questo sano principio, però intanto potranno scegliere consapevolmente.
 E poi: andare a scuola, vuol dire - nelle varie discipline - imparare tante cose: senza disprezzare il buon vecchio nozionismo, quando necessario (cioè, sempre).
 Studi geografia? Devi conoscere ANCHE le Capitali, le vette più alte, il fiume più lungo, il numero di abitanti, di una singola nazione; studi la letteratura? Devi conoscere ANCHE qualcosina a memoria, e saper ricostruire il contesto da cui nasce una singola opera letteraria; studi la storia? Allora inizia a pensare che - in un'annata - un centinaio di date (almeno) le dovrai avere memorizzate: altrimenti non va bene.

 Ricordate il film Fortapàsc, consigliato qualche giorno fa? La frase clou, è quella secondo la quale "esistono giornalisti giornalisti, e giornalisti impiegati"; a scuola, tutto sommato, lo stesso: esistono docenti docenti, e docenti impiegati: lo stipendio, è assolutamente lo stesso; quello che resta ai ragazzi, forse, cambia un pochino...

Ps Mozione degli affetti: un abbraccio, sincero e forte, a tutti gli alunni!
 Quanto prima, un salutino verrò a farlo...

Professor Raffaele Ascheri

martedì 13 settembre 2011

Lettera aperta a Rosaria Bindi

   Onorevole Presidente Rosaria Bindi,

chi Le scrive, non ha mai avuto particolare simpatia per Lei. Restando solo a questi tempi perigliosi, passare dai rigurgiti neofemministi del Se non ora quando, al Papa in versione anconetana di domenica scorsa (Lei con cappellino in testa, ma non alla Camusso), allo scrivente pare davvero incoerente, e non c'è bisogno che spieghi a nessuno il perchè. E l'uscita che Lei ha fatto in aprioristica difesa dei clamorosi privegi da antico regime della Chiesa cattolica apostolica romana, mi sono sembrati indegni della prestigiosa carica ricoperta.

 Ma tant'è: adesso Lei - come, mutatis mutandis, nel 2007, allorchè correva per le Primarie, e gran parte degli apparati erano aprioristicamente per Veltroni - gioca la carta della buona politica, incarnando la voglia di novità e, soprattutto, di pulizia e di etica, all'interno del Pd. Partito che - come avrà certamente notato - si dibatte nel "paradosso del tramonto berlusconiano": secondo tutti i sondaggi seri, mai il Partito di cui Lei è Presidente, è stato così nettamente avanti rispetto al Pdl (5 se non 6 punti percentuali); al contempo, mai la questione morale aveva messo così gravemente a rischio la sua stessa esistenza (Penati, e non solo, docent).

Veniamo a noi, Presidente. Lei vive in una Provincia in cui il Pd è egemone, a volere minimizzare. Al punto che, per la Presidenza della stessa, potrebbe candidare chiunque, e vincerebbe a mani basse (nel caso attuale, non ha dovuto fare eccezioni...). Quando si candidò alle Primarie nel 2007, la Casta di Siena - non appena Lei provò a battere sul tema della legalità e della trasparenza, sottolineando in modo sfumato certe incongruenze locali - la bacchettò senza pietà: se li ricorda i giornali locali?
 Chi Le scrive, ha sempre pensato che, se uno vuole fare pulizia, bisogna inizi a farla in casa sua, o nel suo cortile, prima di pretendere di farla altrove: non è d'accordo anche Lei, su questa affermazione? Lei in questo momento appare come una che predica pulizia dalle Alpi all'Etna (in particolar modo dalle parti di Sesto San Giovanni), ma poi si tiene sporco il cortile di casa. Cosa deve accadere, perchè l'insofferenza mostrata più volte per la Casta senese, si tramuti in qualcosa di concreto? Quello che succede, è successo e, verosimilmente, succederà a Siena, non basta? Ciò che accade a Poggibonsi, non è bastevole? Che cosa deve accadere, ancora?
 Lei ieri ha preso una posizione impeccabile, dicendo pubblicamente che "Con le regole, lo statuto e il codice etico, non si assolve e non si chiarisce il problema politico che c'è, che esiste".
A Siena, non per niente, il Pd locale si è dato un codice etico (semi)ferreo: fatto il codice, trovato...
La attendiamo all'opera, Presidente: con viva trepidazione.
 Se ha davvero intenzione di cambiare le cose nel senso dell'etica pubblica e della trasparenza, questo è il momento. E questo - mi sia consentito -  è il posto...

lunedì 12 settembre 2011

Maxisequestro edilizio a Poggibonsi: dimissioni immediate di Adriano Bartoli!

   Povera Lucia: era da tre o quattro settimane che - forse complice la pausa estiva - non venivano eseguiti sequestri edilizi nella Poggibonsi di cui è domina, lei era tutta contenta ed intenta ad inaugurare cose nuove, che questi rompicoglioni della Guardia forestale si sono messi a sequestrare altri appartamenti (in zona pizzeria Rigogolo, per chi l'ha presente).
Una volta per tutte, questi della Guardia forestale dovrebbero capire che la Poggibonsi del tandem Rugi (ex Sindaco)-Coccheri, non è una normale cittadina di trentamila abitanti circa: è molto di più, è il luogo ove si sperimenta lo "Stress test geologico" di ultima generazione. Appartamenti costruiti senza rispettare le distanze previste dalla normativa antisismica (per l'accusa, si capisce), case troppo vicine al fiume Elsa (sempre per l'accusa, si capisce), e così via: Poggibonsi come laboratorio nazionale, come "Stress test geologico", appunto. Il Sindaco Coccheri - con la sua pregressa esperienza montepaschina d'altissimo bordo - mi potrà di certo capire.

  A proposito: un uccellino valdelsano ha riferito all'eretico che tale Adriano Bartoli (Direttore ufficio tecnico del Comune coccheriano), oggi fra i 12 avvisati di garanzia, avrebbe collezionato altri avvisi. Credo che questo uccellino valdelsano si sbagli, e di grosso: in quale città al mondo, un Direttore di un ufficio tecnico sotto plurime inchieste resterebbe, comodo comodo, al suo posto? Non siamo mica nel Pd di Sesto San Giovanni, eh?
Dalla lady di ferro della Val d'Elsa, dunque, ci attendiamo immediato rigore, e pulizia senza guardare in faccia nessuno: a quando le dimissioni di Adriano Bartoli?
 Visto che la Coccheri era fra le neofemministe che si radunarono lo scorso luglio a Siena, su queste dimissioni potremmo dire: se non ora, quando?
 Così, poi, magari ci si mette anche una donna, al posto suo: tiè!

11 settembre: istruzioni per l'uso...

  Chi è che non si è commosso, ieri, guardando le immagini newyorchesi? E chi è che non si ricorda cosa stesse facendo esattamente dieci anni prima (l'eretico si trovava in una auletta di una scuola per stranieri, e stava tentando di insegnare - senza alcun successo - l'italiano ad un giovane tedesco, duro come un tronco di quercia...)?
 
  A margine dell'anniversario, l'eretico avrebbe da scrivere sin troppo, e non si vogliono tediare i (sempre più numerosi) lettori; in questa sede, si vuole solo ricordare una cosa, forse non sufficientemente impressa nella memoria collettiva: su 19 attentatori dell'11 settembre, ben 15 (!) erano di passaporto saudita. Ma nessuno mai parlò - neanche come ipotesi - di muovere guerra al Paese che custodisce i due principali luoghi sacri dell'Islam, nonchè tanto oro nero da fare gola a tutti. Nonostante tutti sapessero (e sappiano) da dove provengono i denari per le madrasse dell'Islam radicale, capaci di indirizzare verso l'Occidente odio e violenza (di queste scuole coraniche, le prime vittime sono gli islamici moderati, stragrande maggioranza).

 L'attacco all'Afghanistan (legittimo, ma portato avanti in modo del tutto sconsiderato dagli occidentali, con un ruolo a sè giocato dall'Italia, come dimostrato dagli ultimi decrittamenti di Wikileaks), e quello all'Iraq (assolutamente sconsiderato, in tutto e per tutto), hanno portato - in estrema sintesi - ad una maggiore instabilità nello scacchiere mediorientale, e non solo: questione arabo-israeliana, lungi dalla risoluzione (lo Stato di Palestina nascerà in modo unilaterale, a giorni, all'Onu, con gli States votanti contro); Israele, sempre più isolata (rottura gravissima, e recente, quella con la Turchia, baluardo filoccidentale in Asia minore -come si diceva una volta -, grazie alla tradizione kemalista), Iran sempre più aggressivo.
Non è tutto: l'unico risultato che Bush e teocon potevano vantare, era il ritorno alla presentabilità per Gheddafi, dopo il 2001 non più nemico pubblico numero uno. Si è visto poi...

  Ciò detto, l'eretico si chiede, a guisa di provocazione: quanta gente sa collocare nello spazio e nel tempo la strage delle Twin towers e del Pentagono, e quanti sanno, invece, orientarsi, con le medesime coordinate spazio-temporali, su Srebrenica (più di 8000 morti, contro 2700: la più grande strage in Europa dopo la fine della seconda guerra mondiale)? E ancora, per chiudere: per noi, per la nostra vita quotidiana, l'impatto maggiore è venuto dalla guerra nella ex Yugoslavia, dal 1995 in avanti, o dall'attentato delle Torri gemelle? Pensate ai vostri vicini di casa, ai compagni di banco dei vostri figli, a chi vi trovate davanti quando andate a fare la spesa: e provate a dare una risposta... 

domenica 11 settembre 2011

Mussari Giuseppe: una biografia (non autorizzata)

   Beh, come titolo sarà un pochino prevedibile, financo scontato,  ma l'eretico ha voluto scegliere - senza tanti fronzoli aggiuntivi - l'apoditticità.
"Mussari Giuseppe: una biografia (non autorizzata)", quindi, gli pare un titolo tutto sommato efficace, sebbene poco creativo. Ci poteva stare, per esempio, "Il cielo è sempre più blu", o qualcosa di simile, magari con un punto interrogativo a chiosare. Rischiava, però, di essere scambiato per un libro sul grande Rino Gaetano, morto giusto trent'anni fa (2 giugno 1981), ed ucciso per la seconda volta con il tormentone pubblicitario della Banca. Per quanto concerne il titolo, dunque, that's all.

 Amici montepaschini mi chiedono, con una certa insistenza, quando uscirà, questo libro: dico loro di pazientare ancora per un mesetto; forse anche meno: dipende da svariate cose, come forse i lettori potranno immaginare, almeno in parte (perchè a raccontarle tutte fino in fondo, ci sarebbe da scriverne un altro, di libercoli...).

Il sogno dell'eretico, sarebbe di presentarlo al Relais La Bagnaia, ma è verosimile che la Monti Riffeser - avvezza a ben altri convitati - non si mobiliti troppo volentieri per quest'opera. Peccato: come sarebbe bello presentarla - in anteprima mondiale - proprio nel luogo oggetto di uno dei 27 Capitoli del libro. Sarebbe una straordinaria lezione di pluralismo, addirittura di vita, da parte della domina di Bagnaia.
 E poi: la biografia non sarà autorizzata, ma l'illustre biografato è invitato, sin d'ora, a presenziare alla presentazione, a Bagnaia o altrove (in effetti, più facile altrove). Non solo: il massimo sarebbe se - invece di affidarsi all'avvocato Pisillo venti minuti dopo averne completata la lettura - il biografato fosse presente, e poi prendesse la parola, per dire la sua. Nessuno gli impedirebbe di farlo, anzi tutti sarebbero lieti di ascoltarlo. Come dovrebbe accadere in democrazia: perchè non dimentichiamoci mai, che, costituzionalmente parlando, in tale ordinamento viviamo (sic)...

Ps Da La Stampa di ieri (ancora in ottimo abbinamento gratuito con il Corrsiena):
 "Torna in vendita a prezzi ribassati Villa Feltrinelli sull'Argentario, di proprietà della Magiste di Ricucci (Stefano Ricucci, quello dei furbetti del quartierino, inquisito da varie Procure, Ndr). Ora si chiedono 19 milioni; è il terzo sconto in tre anni: la richiesta iniziale era di 29 milioni".
Benissimo: ma che c'entra con l'articolo? Diciamo che un capitoletto del futuro libro, concerne anche l'ex odontotecnico di Zagarolo: con una sorpresina mica da poco. Diciamo, una ciliegina sulla torta...

sabato 10 settembre 2011

Dieci domande alla dottoressa Benedetto

    Carissima dottoressa Benedetto, nel mentre sta per lasciare questa città, l'eretico - come peraltro preannunciato - vorrebbe farLe alcune domande sulla sua permanenza senese, in attesa della futura, felice carriera fiorentina.
Visto che Lei è stata di fatto l'unica a rispondere allo scrivente (e per questo il mio moto personale di riconoscenza sarà sempiterno), dimostrando un carattere ben diverso dai castisti locali (inabili alla scrittura, evidentemente, o facenti finta di non leggere ciò che di loro si scrive...), e vedendo sul Tirreno di oggi due pagine intere di intervista al suo compagno Enrico Rossi, mi auguro che la voglia di scrivere non Le sarà passata. Almeno così spero: una salutare par condicio con il Presidente, è proprio quello che ci vuole...

1) Risponde al vero che, da Assessore alla Sanità della Toscana, Enrico Rossi aveva fortemente voluto una norma di legge regionale contro i potenziali conflitti di interesse familiari nella Sanità, arrivando a dichiarare: "non siamo contrari all'amore...ma quando a questo rapporto si sovrappone un rapporto di tipo gerarchico, allora occorre assumere delle misure cautelative"?
2) Risponde al vero che Lei è la compagna di Enrico Rossi da 18 mesi (ed auguri per il matrimonio, dato per certo)?
3) Risponde al vero che Lei conosceva la dottoressa Scaramuccia - attuale Assessore regionale alla Sanità della Regione - da ben prima che la suddetta fosse nominata Assessore regionale da Enrico Rossi?
4) Risponde al vero che Lei annovera tra i suoi amici (facebookiani) Filippo Gentiloni e, soprattutto, quel Bonaccini prima Assessore provinciale a Modena, adesso Segretario regionale del Pd dell'Emilia Romagna (non ci deluda col dire che non c'è niente di male ad essere loro amici: non ci deluda, dottoressa!)?
5) Risponde al vero che della Sua relazione sentimentale con Enrico Rossi erano a conoscenza, fin dal 2010, molti Sindaci della Provincia di Siena, consiglieri provinciali, consiglieri regionali, direttori generali e funzionari direttivi della Asl 7?
6) Risponde al vero che della Sua relazione sapevano i vari Alberto Monaci, Marco Spinelli, Lucia Coccheri, Elisa Meloni, nonchè l'attuale Sindaco Franco Ceccuzzi (vale a dire i più importanti politici ed amministratori locali)?
7) Le risulta che perfino Rosaria Bindi, Presidente del Pd, e il Segretario Bersani fossero a conoscenza della Sua relazione, tra l'altro esprimendo preoccupazione per il fatto in sè?
8) Quando ha iniziato - con atti concreti e verificabili - ad adoperarsi per fare sapere che avrebbe lasciato (per amore) la sua importante e prestigiosa carica senese?
9) Come valuta l'intervento politico di esponenti del Pd (regionale, ma forse non solo) e dell'Idv regionale (in particolare di Maria Luisa Chincarini) sul Suo caso? Ritiene che sia stato influente, o che non abbia avuto peso alcuno, nel determinare la sua scelta?
10) Mi scusi la birbatella finale, davvero: potrebbe dirmi se è vero che lei ha formalizzato le sue dimissioni senesi fra gli ultimi giorni di luglio ed i primissimi di agosto del 2011, in concomitanza con il concretizzarsi del posto di Segretario generale della Camera di commercio di Firenze?

Sono domande poste sine ira ac studio, mi creda; è solo che l'eretico - avvezzo alle durezze della vita sentimentale -, alle scelte lavorative dettate solo, solamente e soltanto dall' Amore, ha smesso di credere da un pochino.
Se Lei potesse dimostrargli che si sbaglia (e di brutto), magari l'eretico potrebbe tornare ad avere fiducia nelle scelte dettate solo dai sentimenti...   

venerdì 9 settembre 2011

Acampa ed il Vescovo si ingozzano alla Sagra del braciere: ma senza pagare...

 Come volevasi dimostrare (vedasi post precedente): sono arrivati in quattro alla mitica Sagra del braciere (Arcivescovo, Acampa Giuseppe, l'inseparabile don Bechi, più un glabro vestito da prete, di cui l'eretico, per ora, ignora il nome), hanno mangiato come Cristo comanda, si sono alzati, e via. Senza pagare un solo centesimo. Ha provveduto il Priore selvaiolo, per loro (con scelta opinabile assai...).

  L'eretico era presente ( e pagante, a differenza loro, e come tutti gli altri, selvaioli e non), e ha potuto osservare il Vescovo tanto nel caratteristico sciacquettìo tra una portata e l'altra (stasera, l'eretico ha pizzicato il successore di Pietro al gargarismo, con ingoio incamerato, tra la carne alle brace ed il dolce, ma non si può escludere che ve ne siano stati financo altri), quanto in una nuova, irresistibile specialità (almeno per gli occhi ereticali): il cantuccio alla forfora. Forse per pura abitudine, infatti, Antonio Buoncristiani ad un certo punto della serata si è passato la mano destra sugli ancora sufficientemente folti ed argentei capelli, cercando di infondere loro un ordine che stavano purtroppo perdendo, vista la ostinata riottosità di alcuni ciuffi. Poco dopo, al tavolo dei mistici senesi sono stati serviti i cantucci, che - come si sa - si consumano con le mani (anche perchè ci vorrebbe un machete per tagliarli). Il successore di Pietro, magari, poteva ingurgitarli afferrandoli con la sinistra, invece ha optato - incredibile dictu - per la destra: la stessa usata per sistemarsi ben bene il cuoio capelluto. Il vin santo, avrà mondato il pastore delle anime senesi da ogni impurità?
Sconcerto, ad un certo punto, per l'improvvisa scomparsa di Acampa Giuseppe dal tavolo dei mistici del costoleccio: l'eretico l'aveva del tutto perso di vista, colpevolmente. Poco dopo, però, è stato avvistato ad un tavolo di giovani, a bere e gozzovigliare con loro, con l'inseparabile borsetto a cingergli il fianco destro.
Tornato a sedere, ha ordinato un limoncello: tutti i salmi finiscono in gloria (aggratisse!).

Riflessione finale della serata: no, lasciamo perdere. Ognuno se la faccia per conto suo: i pensieri, non sono ancora querelabili, nemmeno da Acampa e Buoncristiani. Per ora...

Il funambolico Acampa, dal Cross dei rioni al sacro chiodo di Colle...

     L'eretico lo capisce, davvero: siamo ancora in piena estate, c'è un caldo birbone, la voglia di mare e di spiaggia c'è per tutti (purchè il Sindaco Ceccuzzi resti in loco a giocare a barberi, per sorvegliare la città, nel caso si venisse invasi dalle truppe brambillate); l'appuntamento di domenica 11 settembre, però, è imperdibile: mentre a New York si commemorerà la tragedia dell'11 settembre 2001, nel ridente borgo di Colle di Val d'Elsa (per la precisione, Colle alta), alle ore 18 circa si terrà (dopo i Vespri solenni delle 17, e dopo una Messa Pontificale presieduta da Sua Eccellenza Antonio Buoncristiani) la "Processione con il Sacro chiodo (della crocifissione di Nostro Signore, Ndr) fino al Bastione del Baluardo e Benedizione della Città", seguita da "Bacio della Sacra Reliquia". Il tutto, organizzato da Acampa Giuseppe (che presiederà personalmente i Vespri solenni, per non farsi mancare niente).
Nel programma dell' irrinunciabile happening tra il sacro ed il profano (ad ognuno identificare il profano...), il mistico di Vallepiatta viene presentato - dal giornaletto della Curia - con i seguenti titoli: "Arciprete M. Rev.do Mons. Giuseppe Acampa". Nemmeno un Generale dopo le tre guerre d'Indipendenza! Lui, probabilmente, avrebbe preferito essere presentato solo come un semplice sacerdote, ma i redattori dell'invito devono avere insistito, e così la lenzuolata di onorificenze è venuta fuori, suo malgrado...
"Tutta la cittadinanza è invitata a partecipare": ma se invece del Pd, a Colle avesse governato l'Udc, che sarebbe successo? Si sarebbero presi i nomi degli assenti?

  A Colle, ormai, Acampa Giuseppe da tempo è di casa; il suo cuore di contradaiolo, però, batte sempre forte, per l'amata Selva.
 Ieri sera, per esempio, era a benedire gli atleti partecipanti al Cross dei rioni, nell'oratorio di San Sebastiano, subito prima della partenza per i sette massacranti chilometri: presa la parola, metà degli atleti sono usciti dalla Chiesa, preferendo partire senza benedizione. Miscredenti!
Fonti accreditate, lo danno stasera sempre nella Selva, insieme all'Arcivescovo (che speriamo non delizi gli astanti con gli ormai proverbiali gargarismi di metà pasto...): prima del Sacro Chiodo, la fiorentina ed il costoleccio. Niente di male, ovviamente: per fare bella figura, magari sarebbe opportuno che Acampa pagasse, a differenza di quello che fa di solito in serate simili...